Il Napoli batte 4-2 l’Ajax e conquista la qualificazione agli ottavi di Champions League con due giornate d’anticipo per la prima volta nella sua storia.
Ajax – Quella vista ieri al Maradona è una squadra decisamente diversa da quella vista all’andata. Al di là dei cambi obbligatori relativi all’impiego dal primo minuto di Sanchez e Klaassen, gli olandesi hanno ritrovato quel gioco che si era solo intravisto nel primo tempo ad Amsterdam e che poi è totalmente sparito nella seconda frazione di gioco. In particolar modo dopo il gol di Lozano l’Ajax è riuscita a prendere il pallino del gioco in mano sbagliando poco sia in fase di pressing che in fase di possesso palla quando i lancieri hanno dato prova delle loro qualità tecniche. Non a caso le due migliori occasioni della partita arrivano in questo momento del match prima con il tiro deviato di Bergwijn parato da Meret e poi con la conclusione dalla distanza di Berghuis che sfiora il palo. Quando Schreuder dice in conferenza che l’Ajax ha giocato da Ajax non sbaglia perché quella dei lancieri è stata una buona prestazione che mette ancora più in risalto quanto fatto dal Napoli.
Napoli – Nei diversi commenti degli addetti ai lavori c’è un minimo comune denominatore che è la parola spettacolo. Perché è vero il Napoli in questo momento della stagione è davvero una gioia per gli occhi. Perché quello che si è visto soprattutto nel primo tempo appartiene ad un livello di calcio altissimo. Perché questo collettivo al momento funziona in maniera perfetta al di là degli uomini che vengono impiegati. Perché il Napoli è una squadra ricca di idee e soluzioni ben precise che fortunatamente non perde mai. Al massimo può adattarle all’avversario ma non le perderà mai perché questo Napoli ha una sua identità.
Ed ha anche una mentalità. Tornare a riattaccare, tenendo l’Ajax lontano dalla porta, dopo il gol a freddo di Klaassen non è una cosa per nulla scontata. La prova di forza del Napoli è proprio qui perché è da questi aspetti che si riconosce una squadra che ha la stoffa per essere definita grande. Si poteva andare nella paura anche dopo il rigore segnato dal Bergwijn del momentaneo 3-2 ed invece no si rivà in attacco dove Osimhen di forza e di fame crea il gol del definitivo 4-2.
I manifesti dello spettacolo – Parliamo certamente dei gol di Lozano e Raspadori che da soli valgono il prezzo del biglietto. La rete del messicano nasce da una fase di possesso degli azzurri a cui lo stesso Lozano dà una scossa andando ad attaccare verso il centro prima di scambiare con Zielinski. Il passaggio stratosferico del centrocampista polacco parla da sé ma El Chucky è bravissimo, più che nella conclusione, nell’inserirsi alle spalle dei difensori sfruttando la linea alta che espone una difesa a certi tipi di rischi.
Passiamo poi alla rete di Raspadori, a nostro avviso la più bella della partita. Difficile vederlo nelle sintesi ma il gol nasce da un minuto di possesso degli azzurri che poi verticalizzano sulla sinistra dopo una serie di triangolazioni tra Olivera, Zielinski e Kvaratskhelia che eludono il pressing avversario potendo poi attaccare liberamente in profondità. Il resto poi lo fa Raspadori che in poco spazio controlla, esce dalla marcatura e scaraventa la palla alle spalle di Pasveer.