«Non è il tecnico giusto per un Napoli vincente. Giocando così non si arriva nemmeno a metà classifica». Questo il pensiero di Diego Armando Maradona quando, a metà settembre, gli viene chiede un parere su Maurizio Sarri che da poco ha preso le redini della squadra azzurra. E il pensiero del Pibe è condiviso da buona parte della tifoseria. In parecchi reputano Sarri non pronto per questa avventura, e il malcontento aumentadopo le prime giornate di campionato. L’avventura del Napoli inizia, in malo modo, a Reggio Emilia, quando il napoletano Floro Flores e Sansone ribaltano l’iniziale vantaggio firmato Hamsik. La settimana successiva una nuova rimonta, stavolta in casa, contro la Sampdoria: Higuain per due volte infila Viviano, ma poi Eder approfitta di una difesa azzurra parecchio rivedibile per riacciuffare la parità. Sosta per le nazionali, dopo la quale Sarri torna a casa sua, quella Empoli che lo ha fatto conoscere al grande pubblico. Nulla di fatto, un altro 2-2. Con l’Europa League alle porte, Sarri decide di cambiare, abbandonando il suo amato 4-3-1-2 per fare spazio al 4-3-3. Il cambio modulo porta i benefici sperati, con due 5-0 in tre giorni: il primo rifilato al Club Brugge, il secondo alla Lazio. Poi un altro mezzo passo falso, uno 0-0 a Modena contro il Carpi, prima della grande sfida con la Juve. Sono Insigne e Higuain a regalare il successo agli azzurri, rendendo vano il gol di Lemina: finisce 2-1 ma il divario poteva essere ben più ampio, vista la grande prestazione del Napoli. E una settimana dopo il capolavoro di San Siro: guidati da Insigne in formato nazionale, i partenopei banchettano sui resti di un Milan letteralmente sbranato, con uno 0-4 che non ammette repliche. Da allora gli azzurri inanellano un bel filotto di vittorie consecutive (bellissima quella contro la Fiorentina, in una delle partite più divertenti del campionato), interrotto solo dallo 0-0 di Marassi col Genoa. Si arriva così al 30 novembre, giorno del big match contro l’Inter, che arriva al San Paolo forte del primo posto in classifica. Higuain realizza una doppietta che infiammal’arena di Fuorigrotta, poi Ljajic rimette il risultato in discussione, guidando l’assedio dell’Inter, fino al 92’, quando il pubblico intero vive attimi di terrore: cross dalla destra e stacco imperioso di Miranda, che salta più in alto di tutti, indirizzando il pallone verso la porta. Ma Reina non èd’accordo e, anche con l’aiuto del palo, mette al sicuro la propria porta, salvando il risultato e i tre punti che valgono il sorpasso ai nerazzurri in vetta. Poi arrivano il tonfo di Bologna e il pareggio interno senza reti contro una Roma catenacciara, giunta al San Paolo con l’obiettivo di limitare i danni. Ma gli azzurri riprendono subito a vincere, togliendosi anche la soddisfazione di chiudere il girone d’andata da campioni d’inverno. Dopo 8 successi di fila il Napoli si presenta allo Juventus Stadium, per difendere il primato dagli assalti dei bianconeri. Una partita brutta, che sembra scivolare via inesorabile verso lo 0-0. Ma poi il sinistro di Zaza e la deviazione di Albiol rompono l’equilibrio, costando al Napoli una sconfitta immeritata e consegnando il primato alla Juve. Gli azzurri sembrano incassare il colpo: prima vengono eliminati dall’Europa League ad opera del Villarreal, poi ottengono due pareggi contro Milan e Fiorentina. Il duello con i bianconeri prosegue, fino alla sconfitta di Udine, che spegne definitivamente i sogni scudetto degli azzurri. E come se non bastasse, ora c’è da guardarsi le spalle, visto che la Roma, con l’avvento di Spalletti, avanza pericolosamente. Il Napoli perde in malo modo anche al Meazza, prima di battere il Verona al San Paolo. Si arriva così allo scontro diretto dell’Olimpico. Una sfida per certi versi simile a quella dello Juventus Stadium, ma con qualche occasione in più. Ma come allora fece Zaza, stavolta è Nainggolan a battere Reina quasi allo scadere. Roma a -2. Restano 3 partite per decidere la volata Champions, 9 punti in palio per stabilire chi accederàalla fase a gironi dell’ex Coppa Campioni e chi invece dovrà passare per i preliminari. Mentre la Roma vince a Marassi col Genoa trascinata dall’eterno Totti, più tardi il Napoli sconfigge l’Atalanta. Anche la settimana dopo i giallorossi battono il Chievo e gli azzurri si impongono all’Olimpico di Torino. L’ultima giornata vede il Napoli ospitare un Frosinone già retrocesso e la Roma fare visita al Milan, bisognoso di una vittoria per poter sperare nell’accesso in Europa League. I ciociari rimagono in 10, ma nonostante questo gli azzurri non riescono a sbloccare il risultato, soprattutto per via delle belle parate di Zappino. Nel frattempo la Roma passa in vantaggio con Salah, issandosi almeno momentaneamente al secondo posto. Ma sul finiredi primo tempo Hamsik scaccia i fantasmi, siglando l’1-0. Nella ripresa inizia lo show di Higuain che con una tripletta, culminata in una rovesciata pazzesca, corona una stagione da applausi (condita da 36 gol in campionato, nuovo record del campionato italiano), chiudendo i giochi in chiave secondo posto. Si chiude così la grande cavalcata del Napoli. Un cammino che in pochi si sarebbero aspettati, ma che ci ha insegnato che a volte bisogna solo avere un po’ di pazienza e non lasciarsi andare a giudizi prematuri. Champions diretta per gli azzurri, con buona pace di Maradona, il quale ha poi ammesso di essersi ricreduto sul regista di questo bellissimo film, Maurizio Sarri.