Il napoletano Immobile questa sera sfida il Napoli al San Paolo, toccando involontariamente un argomento scottante in casa Napoli.
Napoli contro Lazio. Insigne contro Immobile. Frattamaggiore contro Torre Annunziata. L’anticipo serale della dodicesima giornata del campionato di Serie A non è solo una sfida tra due squadre con importanti ambizioni di classifica. E’ anche l’ennesimo derby tra due calciatori napoletani che magari sarebbe stato bello veder giocare dalla stessa parte, quella del Napoli.
De Laurentiis una volta sognava di costruire un Napoli con calciatori napoletani. Che fine ha fatto il cassetto che custodisce un così nobile sogno che renderebbe orgogliosi i tifosi?
Eppure Napoli e la sua provincia è ricca di talento calcistico. Basta solo cercarlo sui duri marciapiedi delle strade cittadine o sui campetti di periferia.
Invece dopo aver ceduto prima Quagliarella e poi Paolo Cannavaro, nel Napoli attuale c’è il solo Lorenzo Insigne ad avere la possibilità di difendere i colori del Napoli. La sensazione è che gli altri due, Roberto Insigne e Luigi Sepe, siano a disposizione di Sarri solo per riempire due delle quattro caselle dei calciatori formati nel vivaio così come impone il regolamento.
“Gigio” Donnarumma, 17enne portiere del Milan di Castellammare di Stabia, nel 2013 era un tesserato della scuola calcio del Club Napoli del suo paese prima di passare al Milan per soli 250 mila euro.
Armando Izzo di Scampia, 24enne difensore del Genoa, addirittura è cresciuto nelle giovanili del Napoli. Forse non sarà superiore a Chiriches o Tonelli ma di sicuro neanche di un livello inferiore.
Così come Rolando Mandragora, 19enne centrocampista napoletano in forza alla Juventus, avrebbe potuto ben figurare nel centrocampo del Napoli alla pari (se non addirittura meglio) del ceduto David Lopez.
Ma il napoletano che gran parte dei tifosi avrebbero voluto vedere in azzurro è Ciro Immobile, il 26enne attaccante di Torre Annunziata che almeno in Italia ha il vizietto del gol.
Ma esempi di talenti napoletani se ne potrebbero fare tanti. La “fuga da Napoli” non è certamente dovuta a motivi economici visto che tanto per i cartellini quanto per gli ingaggi, la spesa sarebbe stata certamente alla portata del Napoli. Ci saranno stati altri motivi validi a giustificare questa linea societaria.
Magari è solo legata al timore di affidarsi totalmente a calciatori troppo radicati in un territorio calcisticamente difficile da gestire come quello napoletano. Ci potrebbero anche essere altri motivi, più difficile da immaginare e che sarebbe bello scoprire. Già, sarebbe proprio bello.