La sconfitta rimediata, ieri sera, ad Anfield contro il Liverpool ha estromesso il Napoli dalla Champions League: per il secondo anno di fila, gli azzurri non riescono a superare la fase a gruppi.
Tuttavia, la sfida con i Reds rappresenta solo l’ultima di una lunga serie di delusioni negli incroci con squadre inglesi. Il primo risale all’edizione 1966/1967 della Coppa delle Fiere (l’attuale Europa League), in cui, agli ottavi di finale, gli azzurri furono battuti dal Burnley, che vinse per 3-0 la gara d’andata in Inghilterra, prima del pareggio a reti inviolate del San Paolo.
Andò male anche due anni più tardi, nella medesima competizione: stavolta, il percorso del Napoli si interruppe ai sedicesimi di finale, contro il Leeds. La gara d’andata, giocata nello Yorkshire, si concluse sul 2-0 in favore dei britannici: il Napoli riuscì a vincere con lo stesso risultato la gara di ritorno ma, dopo che i tempi supplementari non decretarono alcun vincitore, fu il lancio della moneta ad estromettere i partenopei dalla competizione.
Infausta anche la finale del Torneo Anglo-Italiano, che vide gli azzurri sconfitti per 3-0 dal modestissimo Swindon Town, che si aggiudicò la prima edizione del torneo. Il primo precedente positivo risale al 1976, quando il Napoli vinse la Coppa di Lega Italo-Inglese (che vedeva affrontarsi la vincente della Coppa Italia e quella della FA Cup). Gli azzurri, opposti al Southampton, persero, per 1-0, la gara di andata al The Dell, per poi imporsi con un netto 4-0 al San Paolo.
Con un enorme salto temporale, si arriva, dunque, alla fase a gironi dell’Europa League 2010/2011: il Napoli fu sorteggiato nel gruppo K con Liverpool, Steaua Bucarest ed Utrecht e riuscì a qualificarsi come seconda alle spalle dei Reds. L’andata della gara con i Reds si chiuse con uno scialbo 0-0, mentre ad Anfield gli azzurri passarono in vantaggio con Ezequiel Lavezzi, ma nella ripresa, l’ingresso in campo di Steven Gerrard capovolse le sorti del match, che fu vinto per 3-1 dagli inglesi proprio grazie a una tripletta del capitano.
L’anno successivo, in Champions League, il Napoli fu inserito in un girone durissimo con Bayern Monaco, Manchester City e Villarreal. Contro ogni pronostico, gli azzurri chiusero il raggruppamento al secondo posto, qualificandosi per gli ottavi di finale, a scapito dei Citizens. La gara d’andata, giocata all’Etihad Stadium, si chiuse sul punteggio di 1-1, frutto dell’iniziale vantaggio siglato da Edinson Cavani e dalla splendida punizione di Aleksandar Kolarov, mentre al ritorno, gli azzurri si imposero per 2-1, grazie a una doppietta del Matador, che vanificò la rete di Mario Balotelli.
In quella stessa edizione, agli ottavi di finale il Napoli trovò il Chelsea, che fu sconfitto per 3-1 al San Paolo, con la doppietta di Lavezzi e una rete del solito Cavani. La gara di ritorno si chiuse con il medesimo risultato, ma in favore dei Blues, che ai supplementari trovarono il gol del 4-1 con Ivanovic.
Nel 2013/2014, altro girone di ferro per gli azzurri, stavolta abbinati a Borussia Dortmund (vicecampione d’Europa in carica), Arsenal e Marsiglia. Nonostante i 12 punti complessivi, la squadra allora guidata da Benitez fu eliminata per differenza reti: anche in questo caso, arrivò una sconfitta in Inghilterra, in casa dei Gunners, vittoriosi per 2-0 grazie alle reti di Giroud e Ozil. Inutile, dunque, il successo del San Paolo, firmato da Higuain e Callejon.
E si arriva, dunque, alla scorsa stagione, quando l’urna UEFA ci regalò l’affascinante sfida tra il Napoli di Sarri e il Manchester City di Guardiola. I Citizens vinsero entrambe le gare (2-1 e 2-4), condannando i partenopei ad una clamorosa eliminazione, frutto, anche, delle sconfitte con Shakthar Donetsk e Feyenoord.
Il Napoli, dunque, non ha mai vinto una gara in trasferta contro squadre inglesi, venendo, anzi, sempre sconfitta, ad eccezione del pareggio di Manchester del settembre 2011. Nemmeno la gara di Anfield di ieri sera è riuscita ad invertire la tendenza, regalando una nuova, cocente delusione europea ai tifosi azzurri, costretti ad assistere all’eliminazione della propria squadra che, fino a quel momento, aveva dominato l’ennesimo raggruppamento infernale.