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La partita degli ex: Cannavaro e Bucchi nel ricordo della promozione

Domani alle 15, allo stadio San Paolo, il Napoli affronterà, nell’undicesimo turno di Serie A, il Sassuolo, 

guidato da due protagonisti di un capitolo molto felice della storia azzurra: la splendida promozione in Serie A del 2007, dopo il calvario del fallimento e della Serie C. Il primo è Paolo Cannavaro, che con il Napoli percorre l’intera trafila delle giovanili, esordendo in Serie B nel 1999. Tuttavia, al termine della stagione, a causa dei problemi economici della società, viene ceduto al Parma, nel quale milita il fratello Fabio. Con i ducali esordisce sia in Serie A che in Coppa UEFA: curiosamente, in entrambi i casi subentra al posto del fratello. Successivamente, viene mandato in prestito al Verona per un anno, per poi tornare in Emilia, dove rimarrà per altre quattro stagioni.

Ma, come cantava Venditti, “certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano” e nel 2006 il Napoli, appena promosso in Serie B decide di riportarlo a casa. In una delle prime uscite stagionali, gli azzurri sfidano la Juventus al San Paolo, in una sfida valida per il terzo turno di Coppa Italia: al termine dei 90′, il risultato è di 2-2. Si va dunque ai supplementari e ad una manciata di minuti dalla fine, Del Piero segna il gol che sembra regalare la qualificazione ai bianconeri. Ma all’ultimo respiro, Paolo si alza in cielo e, con una rovesciata pazzesca, segna il gol del pareggio che manda la partita ai rigori, dove gli azzurri avranno la meglio.

Sarà uno dei protagonisti della meravigliosa cavalcata della squadra verso la massima serie, diventerà capitano, giocherà per la prima volta in Champions League, vincerà la Coppa Italia nel 2012, diventando uno dei calciatori più presenti (e rappresentativi) della storia azzurra. Poi, però, con l’arrivo del tecnico spagnolo Benitez, lo spazio per lui diminuisce drasticamente e nel gennaio 2014 sarà ceduto al Sassuolo, dove forma, con Acerbi, un’ottima coppia. Ma Paolo non dimentica mai la sua casa e la squadra del suo cuore, nonostante gli insulti ricevuti da alcuni tifosi partenopei, quando nel match del Mapei Stadium (terminato 2-2) con un suo intervento evita il gol che avrebbe dato la vittoria al Napoli, che perse due punti decisivi per la corsa Champions.

Il secondo personaggio è Cristian Bucchi, che, però, è ormai diventato allenatore. Anche lui, come Cannavaro, approda a Napoli nel 2006, nella massiccia campagna acquisti volta all’immediata promozione in Serie A. Arriva con grandissime aspettative, dal momento che nella precedente stagione si era laureato capocannoniere del campionato di Serie B, con 29 gol segnati che gli valsero anche un interessamento da parte del Benfica. Nonostante l’ottimo avvio, con un gol segnato nel 3-3 alla Juve, una doppietta alla prima di campionato contro il Treviso, finisce progressivamente per perdere spazio, segnando comunque 8 gol decisivi per la promozione. L’anno successivo comincia una girandola di prestiti, conclusasi nel 2011, dopo l’esperienza al Pescara, al termine della quale annuncia l’addio al calcio giocato. Intraprende la carriera da allenatore e nel 2013 intraprende la guida proprio della squadra abruzzese, subentrando a Bergodi, ma non riesce a condurla alla salvezza. La scorsa stagione è stata quella della consacrazione: dopo un ottimo campionato, chiuso al quarto posto, il suo Perugia è stato sconfitto in semifinale playoff dal Benevento. I risultati non passano inosservati e il Sassuolo decide di puntare su di lui come successore di Eusebio Di Francesco, passato alla Roma.

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