Al “San Nicola” di Bari ieri è accaduto qualcosa di unico, un passo fondamentale verso la tecnologia in cui il calcio è tremendamente in ritardo.
Ieri sera, aldilà della poca attenzione mediatica, ieri a Bari per la gara della nostra Nazionale contro la Francia abbiamo assistito ad un evento storico: la prima gara del calcio che conta con la VAR, detta volgarmente “moviola in campo“.
La VAR (acronimo di Video Assistant Referee) è entrata in gioco al 34′ della gara di ieri, quando il colpo di testa di De Rossi respinto da Kurzawa in piena aerea ha lasciato pensare ad un fallo di mano, e quindi ad un calcio di rigore. Kuipers, arbitro della sfida non ha ravvisato nessun fallo ma ha fermato il gioco per “usare” la nuova tecnologia. Il fischietto olandese ha interagito, attraverso l’uso dell’auricolare, con due assistenti che avevano più monitor davanti a loro (in un pulmino-regia mobile) per valutare l’azione. Riscontrata l’assenza di fallo in pochi secondi i due “tutor-video” hanno comunicato la decisione all’arbitro che ha fatto subito riprendere il gioco. Il tempo “perso” per l’azione è stato di pochi secondi e non ha intaccato la continuità della gara.
Un evento storico che, se replicato e “oliato” nei meccanismi sempre più, può diventare parte fondamentale delle gare di calcio, un sistema che può abbattere almeno il 50% degli episodi dubbi di ogni gara.
“Oggi a Bari abbiamo fatto la storia. Sia ben chiaro, i gol di mano alla Maradona non esisteranno più però questa tecnologia può limitare l’errore, dando una mano agli arbitri, ma non può eliminarlo, non riusciremo a togliere tutti i problemi. La Var può essere usata solo in chiari episodi chiave“, queste le dichiarazioni di Gianni Infantino, numero uno italo-svizzero della FIFA, che aggiunge “la VAR ha fatto il suo esordio in Italia perchè è il Paese che per primo ci ha dato la disponibilità di sperimentarla“.