Un post di un fan partenopeo su Facebook che commenta le annate azzurre dello slovacco.
“In questi giorni da chiunque è stata spesa una parola per Francesco Totti. Bandiera vera, fuoriclasse assoluto, romano di Roma. Tutto giusto, giustissimo. Io però tifo un’altra squadra e, seppur condividendo tante (ma non tutte) delle cose scritte, sono abituato a guardare nel mio di stadio.
Quando lo faccio, non posso che concentrarmi su di te. In questo calcio, quello degli ultimi dieci anni, era impossibile immaginare un percorso similare. Ed invece eccoci qui, una decade dopo.
Non sei nato a Napoli, sei nato a Banská Bystrica, ma hai avuto la capacità di farcelo dimenticare sin dal primo giorno che, ragazzino quasi spaesato, hai messo piede in questa assurda, contraddittoria e magica città.
Mi diranno che non è la stessa cosa, che il Napoli non è stata la tua unica squadra, che non sei stato sempre il nostro Capitano. Mi diranno che non sei Del Piero, Baresi, Maldini, ecc. Mi diranno che, nei giorni di Totti, questo post non c’entra nulla.
Beh, chi se ne frega di quello che dice la gente. Ma veramente chi se ne frega.
Mai, MAI, una parola fuori posto. Mai una polemica. Mai un gesto violento. Mai una frase negativa spesa nei confronti della tua città, anzi sempre in prima linea per difenderla.
Hai preso casa a Castel Volturno, un quartiere sicuramente “insolito” per chi ha giocato e gioca con i colori azzurri. Ma a te non è mai importato, per te contava la vicinanza al centro di allenamento. Primo ad entrare, ultimo ad uscire.
Dieci anni, centotredici gol. Degli assist anche Wikipedia ha perso il conto. L’anno prossimo supererai Maradona. Maradona, e non aggiungo altro.
Avresti potuto, meritatamente, vincere di più con altre maglie. Nel calcio moderno sei un centrocampista raro e meraviglioso, uno di quelli che, chi ha una minima e reale cognizione del gioco del calcio, dovrebbe e deve invidiarci ogni giorno.
Ma tu hai sempre avuto in testa altri progetti, hai deciso ogni singolo anno di soffrire e provare a vincere qui. Hai deciso che questa era la città giusta dove crescere i tuoi figli, dove condividere gioie e dolori, vittorie e sconfitte. Hai deciso che Napoli è bellissima e che vincere qui ti ripagherà per sempre.
Credo che un Capitano debba essere una persona nella quale potersi identificare, una da seguire e rispettare. E se tu non sei, e sarai, una bandiera per questo club allora non so proprio chi potrà mai esserlo. Cazzo se lo sei.
Chi ti ha criticato in questi anni, di amore prima ancora che di calcio non ne capisce assolutamente nulla.
Io il mio Capitano ce l’ho ancora, si chiama Marek Hamsik e diamine se me lo tengo stretto. Per altri dieci lunghi e romantici anni.”
Adriano Pinto.