Al di là di eventuali decisioni discutibili degli arbitri, sono i numeri ad aver “eliminato” i bianconeri dalla Champions League. In Champions League la Juventus ha disputato 8 partite ottenendo 3 vittorie, 4 pareggi e 1 sconfitta. Ha segnato 10 gol e ne ha subìti 7. Della sfida con il Bayern Monaco di ieri sera, per un’analisi più attendibile, è stato considerato il 2-2 dopo i tempi regolamentari.
Eppure la Juventus dei quattro scudetti consecutivi, sul suo cammino ha affrontato due volte la quarta in classifica della Premier League (Manchester City), due volte la quinta della Liga (Siviglia), due volte la quarta in classifica della Bundesliga (Borussia Moenchengladbach) prima di essere eliminata dalla prima in classifica del campionato tedesco (Bayern Monaco). Solo una volta ha vinto con più di un gol di scarto (il 2-0 casalingo con il Siviglia, match arbitrato guarda caso dallo svedese Eriksson, lo stesso direttore di gara contestato dopo l’eliminazione con il Bayern Monaco). Di queste quattro squadre solo Bayern e City hanno un fatturato superiore ai bianconeri e il solo Bayern è più avanti nel ranking Uefa.
La Juventus in Champions League ha vinto il 37,5% delle partite giocate (in campionato la percentuale di vittorie è del 72,42%), ha pareggiato il 50% della volte (contro il 13,79% del campionato) e perso il 12,5% delle volte (in campionato il 13,79%). In Champions League la media gol segnati è di 1,25 gol a partita (contro 1,76 in campionato), mentre quella dei gol subìti è di 0,87 a partita (contro lo 0,52 in campionato). In pratica la Juventus in Europa, rispetto al campionato, in ogni partita ha segnato mezzo gol in meno e ne ha subìto circa mezzo in più.
Anche dal punto di vista disciplinare i dati spingono i bianconeri ad una approfondita riflessione. Se da una parte la media di ammonizioni è più bassa (2,38 a partita in campionato contro 1,5 in Champions League, ma in Europa si tende ad ammonire di meno),la media a partita di cartellini rossi è decisamente alta: 0,12 a partita in Europa 0,07 in Italia.
Al di là di ogni forma di campanilismo si può essere d’accordo con Marotta quando chiede più tutela per il calcio italiano [LEGGI QUI].
Però forse, è arrivato il momento che il calcio italiano rifletta sulla necessità di rinnovarsi nelle istituzioni e nelle strutture, di cambiare mentalità di gioco sia dal punto di vista tecnico che tattico. Il calcio italiano deve decidersi a portare in soffitta certi modi di gestire il calcio e di fare opinione ma, soprattutto, di rottamare una volta per tutte i pullman che si parcheggiano davanti alla propria porta. Il primo pullman da rottamare è forse proprio quello che la Juventus ha guidato nella sfida contro il Napoli.