I salotti ‘pallonari’ del lunedì sera, ma anche i profili social di tanti opinionisti, ormai si sono trasformati in una gara di (presunta) sportività.
La frase cult di questa stagione nei commenti sul rendimento del Napoli è “Se parliamo di arbitri e biscotti non si aiuta il Napoli a crescere”. Mai come quest’anno, gli errori arbitrali sono stati determinanti per determinare la seconda e la terza in classifica e decisivi per stabilire una delle finaliste di Coppa Italia.
Addirittura si confonde la cronaca sportiva con i ‘piagnistei’ e si accusa chi sottolinea l’importanza di queste ‘anomalie’ del calcio di essere un’opinionista con la sciarpa che non vuol parlare di calcio.
Allora si tirano in ballo i pareggi a Pescara e Sassuolo, quelli in casa ancora con il Sassuolo e il Palermo. Ovviamente c’è uniformità di giudizio che questi pareggi il Napoli avrebbe dovuto trasformarli in vittoria e che hanno avuto un peso determinante per la vittoria dello scudetto.
Diverso il discorso per il secondo posto.
Qualche opionionista capitolino tifoso della Roma giustamente prova a valorizzare il secondo posto della propria squadra. Visto che si vanta di parlare di calcio non dovrebbe però trascurare il particolare che, tutto sommato, la sua Roma giocando l’Europa League è finita appena un punticino avanti al Napoli che ha giocato la Champions. La consecutio è che anche la Roma alla pari del Napoli ha perso per strada non pochi punti.
Premesso che chi ha un minimo di onestà intellettuale, ha sempre sostenuto che il Napoli può e deve migliorarsi in diversi aspetti compreso la mentalità e la competitività delle alternative in alcuni ruoli.
Ma la crescita di una squadra e di un club può avvenire anche pretendendo non i favori, ma il rispetto del cosiddetto ‘Palazzo’.
Se il cosiddetto ‘Palazzo’ avesse non favorito ma rispettato il Napoli, alla squadra di Sarri sarebbero stati assegnati i sacrosanti e netti rigori a Pescara e in casa del Genoa e oggi avrebbe quattro punti in più e sarebbe finito tre punti avanti la Roma dei 14 rigori a favore e di qualche golletto in fuorigioco o con l’aiuto della manina galeotta.
Così come è arrivato il momento di sfatare una volta per tutte il (presunto) dogma che errori e favori arbitrali a fine stagione si compensano.
Al di là del fatto che già dal punto di vista numerico non è proprio così, soprattutto i favori e i torti arbitrali hanno una valenza diversa in base al momento storico del campionato. Avere un favore nelle prime giornate quando le squadre sono vicine in classifica, non ha lo stesso peso (soprattutto mentale e motivazionale) di un torto subìto nella fase finale del campionato quando ormai le posizioni in classifica iniziano a delinearsi.
La convenienza di non parlare anche di questi aspetti, significa che tutto il desiderio di vedere il Napoli crescere in fonfo in fondo sembra non ardere nei cuori e nella mente di chi pensa di poter dare lezioni ai giornalisti accusati di andare in TV con la sciarpa al collo….si ma con la sciarpa dell’obiettività di giudizio e che grazie alla loro presenza certe trasmissioni vengono seguite.
Forza Napoli !