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La crisi del calcio tra emergenza covid e ingaggi andati oltre le possibilità dei club

Il calcio ha chiesto aiuti economici allo Stato. Una richiesta che, in presenza di una pandemia, potrebbe essere considerata legittima per le serie inferiori fino alle scuole calcio. Fa invece storcere il naso quando si parla di Serie A.

L’imprevedibile emergenza covid ha fatto crollare le entrate da merchandising, ha ridimensionato gli investimenti degli sponsor e ha addirittura azzerato le entrate dalla vendita di biglietti e abbonamenti.

Ad esempio il Napoli in media a stagione tra partite di coppa e di campionato dal San Paolo incassa tra i 18 e i 25 milioni di euro l’anno. Introiti che non saranno mai più recuperati.

Se l’SOS lanciato dal calcio di Serie A che vede molti club in difficoltà nel pagare stipendi e contributi per i propri dipendenti fosse circoscritto solo all’emergenza ‘economica’ legata al covid, nessuno forse si scandalizzerebbe della richiesta di aiuti allo Stato.

Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia che spinge i cittadini ‘normali’ a pensare: “Ma i club invece di chiedere aiuti che lo Stato potrebbe dirottare su categorie meno ricche e ugualmente in difficoltà per l’emergenza covid, perché non pensano a dimezzare gli ingaggi ultramilionari dei loro più che privilegiati calciatori?”.

In effetti il calcio non ha avuto il buon senso di rivedere i propri costi di gestione diventati insostenibili per molti (troppi) club soprattutto per il monte ingaggi dei propri calciatori.

Un riferimento potrebbe essere la Juventus. Il club gestito da Andrea Agnelli ha chiuso l’ultimo bilancio con una perdita di 71,4 milioni di euro e con un indebitamento netto di oltre 385 milioni di euro.

Eppure la Juventus ha ben 5 calciatori tra i primi dieci con l’ingaggio netto annuale più salto (1° Ronaldo 31 milioni netti l’anno, 2° de Light 8, 6° Dybala 7,3, 8° Rabiot e Ramsey 7 milioni netti l’anno). Addirittura Ronaldo è il terzo calciatore più pagato al mondo. Dopo Messi e Neymar.

Dimezzando gli ingaggi solo di questi cinque calciatori, tra netto e lordo, recupererebbe circa 60 milioni riducendo così la perdita di esercizio a poco più di 11 milioni di euro. Ma si parla di soli cinque calciatori e…soprattutto di una chimera. Quindi come non considerare legittimo il pensiero del cittadino ‘normale’?

Intanto la data dell’1 dicembre si avvicina ed entro quella data i club dovrebbero (a questo punto il condizionale è d’obbligo) versare circa 300 milioni di euro per saldare gli stipendi dei proprio calciatori della scorsa stagione.

La classifica del campionato di Serie A ‘trema’…oltre che dal campo e dal Giudice Sportivo potrebbe essere scritta anche dalle casse dei club.

 

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