Si avventa su quella palla con la ferocia dell’attaccante vero, con la rapacità di chi ha rabbia e determinazione da dispensare.
Gonzalo Higuian voleva fare gol. Una marcatura sostanzialmente utile solo alla gloria e all’umore. Un istinto, quello dell’argentino, che poteva costar caro. L’anticipo di Andreolli si imbatte sulla caviglia del fuoriclasse argentino, o forse il contrario, poco importa. Le mani di Gonzalo sul volto segnato dalla sofferenza, le urla di dolore che stridono con il silenzio di migliaia di cuori azzurri. Le immagini mettono paura, il replay sortisce timore.
Risposta vaga e precauzionale quella del Napoli nell’immediato dopo-gara: “Forte trauma contusivo alla caviglia destra”. Giusto così, in attesa di approfonditi accertamenti. Il tifoso è in ansia. In fondo gli interesserà soltanto leggere il cognome di Gonzalo tra gli undici che affronteranno la Fiorentina e proveranno a portare a casa il primo trofeo dell’era Benitez. In ottica mondiale, dinanzi a giocate rischiose, molti calciatori avrebbero “tirato via la gamba”. Gonzalo Higuian l’ha messa per tentare di realizzare un gol essenzialmente inutile.
Dopo le lacrime post-uscita dalla Champions l’ennesimo gesto che ne attesta l’immensità.