E’ stato criticato, è stato esaltato, è stato fischiato, è stato applaudito: Marek Hamsik, capitano azzurro, ha sempre avuto, o meglio gli altri lo hanno voluto creare, un rapporto altalenante con opinionisti e critici. Lo slovacco ha una personalità molto calma, che sembra farsi scivolare tutto da dosso. Arrivato a Napoli nel 2007 non ha più voluto andare via, è rimasto nonostante sia stato cercato da grandi club. Il capitano ha sempre però ribadito che vuole restare a Napoli, diventarne la bandiera.
Hamsik col Napoli vuole vincere, vuole scrivere la storia.
Sono passati 8 anni, Hamsik ha visto passare 4 allenatori in panchina e con ognuno di essi il suo rendimento è stato diverso come anche la posizione.
STAGIONE 2007/2009
Era il 2007 quando arrivò in azzurro insieme a Lavezzi. In panchina sedeva Edy Reja. Il modulo adottato era il 3-5-2, Reja lo sfruttava come attaccante aggiunto prendendo vantaggio dalle sue capacità d’inserimento. Gol e assist fanno moltiplicare il prezzo del suo cartellino e squadre come Manchester United e Chelsea bussano alla porta della società azzurra che però continua a chiuderla, spedendo al mittente le offerte.
STAGIONE 2009/2013
Finita l’era Reja inizia quella di Mazzarri. Il tecnico porta con sé un nuovo modulo: 3-4-2-1. Con Mazzarri, Hamsik passa a destra come esterno offensivo, gioca da trequartista. Però gli avversari sembrano aver capito come bloccare lo slovacco e iniziano le sue stagioni un po’ altalenanti anche se gol e assist non mancano. I suoi inserimenti lo portavano a impiegarsi sulla trequarti con pochi compiti di copertura.
STAGIONE 2013/2015
Dopo Mazzarri si cambia ancora, arriva Benitez. Tecnico internazionale, vincitore di Coppe europee ma con lui Hamsik non riesce a giocare come deve. Benitez propone un 4-2-3-1, lo slovacco agisce come centrale nei tre dietro la punta ma non può esprimersi al meglio. Sempre in affanno, tarda nei passaggi così da titolarissimo inizia a sedersi in panchina.
STAGIONE 2015
Si cambia ancora, arriva Sarri che parte col 4-3-1-2 ma poi cambia con il 4-3-3. Nuovo modulo, nuova mentalità, un nuovo Hamsik. Sarri gli ha ridato vita e voglia di giocare, agisce nei tre di centrocampo a sinistra, insomma torna alle origini di Reja, quasi. Il regista è Jorginho ma spesso le azioni dei gol partono dai suoi passaggi. Le statistiche gli sorridono: la percentuale più alta della squadra nella riuscita dei passaggi è sua (86.7%), in ogni gara tocca circa 71 palloni, calcia 2,2 volte in porta (statistiche fino a novembre).
Se con Mazzarri copriva poco, con Sarri il capitano oltre alla fase offensiva fa anche quella passiva.
Il cambiamento di Hamsik c’è stato ma adesso sembra non risentire nemmeno dei suoi alti e bassi fisici che lo “colpivano” nelle stagioni passate. Hamsik ieri e oggi è cambiato molto, è maturato anche come calciatore diventando duttile. In futuro chissà, magari con un nuovo allenatore vedremo ancora una volta un Hamsik diverso ma al momento ci godiamo questo.