Kvara: La solitudine del numero primo.
Quando segna Lukaku si parla di Kvara quando segna Kvara si parla di Lukaku, quando segnano entrambi per qualcuno è un bel problema
Cominciamo dalle aste e poi mettiamo mano all’abaco
Il calcio è un gioco di squadra.
Le qualità dei singoli vengono esaltate dal gruppo così come l’organizzazione ne assorbe i limiti.
In un gruppo ci sono personalità e capacità diverse, ci sono i più bravi tecnicamente, quelli più intelligenti tatticamente e quelli forti fisicamente.
Poi, ci sono i top player che riassumo in se tutte le doti.
Tanti, diversi ma dipendenti gli uni dagli altri, perché la grande giocata è condizionata da come si riceve palla, è questione di centimetri e secondi.
È la storia del battito d’ali della farfalla
“Una farfalla batte le ali a Pechino e a New York arriva la pioggia invece del sole”.
La teoria del caos in un rettangolo di gioco.
Kvara non ha mai smesso di essere decisivo.
Passato, Presente e Futuro:
Il primo anno strabiliò il mondo conosciuto.
Il secondo( quello horribilis) ha tenuto la barca a galla.
Faceva tenerezza,
perché era l’unico a non mollare mai ma il calcio è peggio della vita non c’è memoria, non parliamo della riconoscenza.
Quest’anno si trova in un contesto diverso ma in parziale solitudine tattica.
La mitica catena di sinistra che ha fatto la storia del Napoli, non esiste più.
Non è neppure una catenella è un modo diverso di giocare.
La squadra costruisce prevalentemente a destra.
Politano e Di Lorenzo si alzano si abbassano, stringono e allargano.
Un dai e vai per le imbucate del capitano o le entrate dentro dell’inesauribile Matteo che corre per me, per te e per la figlia del re.
Kvara dovrà trovare il modo di adattarsi alla nuova situazione tattica dovrà migliorare l’intesa con Scott, senza necessariamente abbassarsi troppo per giocare più palloni.
È questione di tempo.
I numeri dopo le aste.