Il difensore franco-senegalese del Napoli ha rilasciato un’intervista in esclusiva a “Il Mattino”.
Il papà operaio e la mamma cameriera per motivi di lavoro hanno lasciato l’Africa molto presto. Ma Kalidou ci tiene a sottolineare che è sempre rimasto a contatto con persone del Senagal, crescendo così con una doppia cultura: quella francese e quella senegalese.
Proprio giocando con gli amici senegalesi all’età di 10-12 anni ha capito che poteva giocare al calcio, ispirandosi alla classe alla forza fisica e alla tecnica di Thuram. Anche per questo appena arrivato a Napoli ha preferito la nazionale del Senegal a quella francese.
Questi alcuni passaggi dell’intervista che è possibile leggere in versione integrale su “Il Mattino” in edicola oggi.
Il calcio africano.
“Ci sono tanti talenti ma lì il calcio non decolla soprattutto per una questione di strutture e il salto di qualità diventa difficile”.
L’arrivo a Napoli tra Benitez e Sarri.
“Venivo dal Belgio calato nel calcio italiano completamente diverso. Benitez mi ha aiutato, Sarri mi ha riscoperto. Sarri vede cose che gli altri non vedono. Ti fa capire quanto nel calcio nulla deve essere imprevedibile. . Èuno studioso. Qualsiasi domanda tuglifaccia, lui ha sempreuna risposta.E ti fa pensare come componente di una squadra e non come singolo. Proprio oggi mi ha fatto vedere un video con dei miei errori, così mi aiuta a migliorare. Quando è arrivatomi ha detto: “Se fai come ti dico io diventerai un grandissimo”. Eio ci sto provando, ma so che posso ancora migliorare.Con Sarri il calcio è matematica”.
La sfida con la Roma di Dzeko.
“Dzeko è un attaccante da Pallone d’Oro, ma non è una sfida tra me e lui ma una partita tra Napoli e Roma, Se non siamo una squadra rischiamo di perdere al contrario è più facile vincere. Magari si può fermare Dzeko e poi segna un altro. La Roma l’ho sempre vissuta come una grande squadra, non sarà una partita facile”.
La lotta scudetto.
“Il Napoli ci deve credere, ma non ci deve pensare. Ciò che conta è battere la Roma adesso. Non so se il Napoli è la squadra più forte d’Italia ma io mi diverto tanto a giocare in questo Napoli. Mi hanno detto che è difficile raccontare cosa succederebbe a Napoli in caso di vittoria dello scudetto, bisogna viverlo.La Juventus ha una storia diversa, soldi. Compra grandi calciatori, Pjianic lo ha preso proprio alla Roma. Sarà un bel campionato”.
L’avversario che lo ha colpito particolarmente.
“Nainggolan. È come me, lotta per novanta minuti, non molla mai. Fa gol.Grande giocatore, completo”.
Su Mertens.
“Penso a un fuoriclasse, baciato dal talento”.
Sui cori razzisti.
“Ricordo all’Olimpico con la Lazio l’arbitro ha interrotto la partita. Si dice sia un problema di cultura. E io come faccio a cambiare la cultura di unpaese o di una tifoseria? Se sono dieci a fischiare vado avanti, se lo fa uno stadio intero potrei pensare di abbandonare il campo. Io sono stato in Francia e in Belgio. In Francia è tutto diverso, lì le
razze si mischiano, in Belgio è un razzismo interno, io ero neutro e non mi ha mai detto niente nessuno. Comunque in Italia non c’è solo razzismo verso chi ha la pelle diversa, c’è anche contro i napoletani, i romani”.
Fonte Il Mattino.