L’attenzione mediatica su Kalidou Koulibaly sembra non avere fine. Dopo l’estate passata sotto i rilfettori del mercato, France Football gli dedica un articolo sibillino.
Kalidou Koulibaly gioca e vince con la sua nazionale, il Senegal, per 2-0 contro la Namibia nell’ultima gara delle qualificazioni per la Coppa d’Africa. E’ stata un’estate turbolenta quella del difensore azzurro, che l’ha visto al centro del turbine del mercato dei difensori. L’interesse del Chelsea di Antonio Conte e l’offerta “monstre” pervenua (e rifiutata) al Napoli stanno a testimoniare quanto pesi ormai KK nel panorama internazionale dei difensori. In particolare colpisce la sua crescita esponenziale avvenuta l’anno scorso, quando è salito sulla panchina del Napoli Maurizio Sarri, che ha saputo valorizzarne il talento e l’esplosività. Una crescita che l’ha portato alla ribalta e che non è sfuggita ai giornalisti di France Football, che hanno dedicato a Koulibaly un articolo che ne ripercorre la carriera e di cui ci serviamo per analizzare la strada che l’ha portato da una giovane promessa ad un giocatore di spessore internazionale.
Dal Metz alla nazionale francese – La carriera e l’ascesa di Kalidou Koulibaly si può far partire nel 2009 dalla città di Metz dove il giovane ragazzo senegalese vince il suo primo trofeo: la Coppa Gambardella. In seguito, nel 2010 fa il suo esordio nel calcio professionistico, grazie alla lungimiranza di Dominique Bijotat: “Quando sono arrivato, non faceva parte nemmeno dei professionisti, ma io ho creduto in lui e l’ho imposto anche davanti a giocatori più affermati. Era un passo avanti a tutti nella comprensione del gioco, nell’ascolto. Era impressionante a quell’età, rispetto agli altri”.
Dopo 19 presenze ed un gol in Ligue 2, viene convocato nella rappresentativa francese Under-20 per i mondiali di categoria e si rende protagonista in negativo, commettendo gli errori su cui segnerà entrambi i gol il Portogallo, che batterà la Francia in semifinale 2-0. Il suo ex compagno di nazionale, Sebastien Faure, dice di lui: “Ricordo un buon difensore, aveva qualche lacuna. Sui calci piazzati poteva commettere qualche errore clamoroso, come successe con il Portogallo. Ma è restato in punta di piedi, non pensava che a giocare e alla fine si è imposto per forza di cose”.
Dal Genk al Napoli e all’Europa – Nel 2012 il Metz saluta il calcio professionistico e, così, anche il suo difensore, che passa al Genk in Belgio, una scelta rischiosa come dice il suo compagno di allora, Julien Gorius: “E’ grazie al suo periodo al Genk che ha potuto sviluppare la sua leadership. Gli ci volle tempo per adattarsi, ma abbiamo subito notato le sue qualità naturali e lui si è presto affermato come un elemento importante. Sono state soprattutto le partite di Europa League a farlo risaltare”.
Dal Belgio al Napoli il salto è breve, dopo essersi messo in mostra nel campionato delle fiandre, Koulibaly viene letteralmente corteggiato da Rafa Benitez che lo chiama a più riprese dal dicembre del 2013 per convincerlo a vestire l’azzurro. Il senegalese, convinto si tratti di uno scherzo, rifiuta per ben due volte, prima dell’incontro effettivo con l’allenatore spagnolo nell’estate del 2014 in cui, per parola dello stesso Kalidou in un’intervista rilasciata all’Equipe: “Ricordo il primo giorno nell’ufficio di Benitez, mi indicò con gli occhali i movimenti da fare in campo. Il primo giorno di allenamento mi fece vedere un video di tutte le cose che sbagliavo e mi disse che se mi fossi corretto in quelle cose, sarei diventato un grande giocatore”.
Dopo tre anni di Napoli, seguendo le indicazioni di Rafa Benitez prima e di Maurizio Sarri poi, Koulibaly è al centro dei riflettori di tutto il mondo, richiamando l’attenzione di chi aveva perso le sue tracce:
Sebastien Faure: “Non mi aspettavo una crescita del genere. Da quando è al Napoli lo vedo molto più sicuro. Ha fatto grandi progressi”.
Julien Gorius: “Colpiscono le qualità atletiche e l’intelligenza di gioco. Di giocatori veloci e potenti ce ne sono, ma di quelli che combinano queste qualità con l’intelligenza no. Questa caratteristica lo rende uno dei migliori in Europa”.
Dominique Bijotat: “E’ migliorato tantissimo, soprattutto tecnicamente. L’Italia gli ha fatto bene, gli mancava la concentrazione in ogni momento della partita”.
La chiusura dell’articolo di France Football è sibillina, difatti recita che, così come Antonio Conte, Koulibaly è “pronto per l’esportazione, c’è solo da attendere qualche mese”. Di certo c’è solo che KK ha avuto una crescita davvero esponenziale tanto da far gola ai più grandi club d’Europa.