Quanti “occhi” vedono le partite del nostro campionato? Per meglio dire, quante telecamere riprendono ciascuna gara di serie A? E come avvengono queste riprese? C’è la possibilità che ci sia disparità di trattamento a seconda delle squadre coinvolte?
Juventus, Napoli e Inter, invece, hanno scelto di gestirsi da soli. Di fatto, il loro è un rischio d’impresa: la produzione di una partita costa alcune decine di migliaia di euro, ma così si può guadagnare su tutti i servizi supplementari, che altrimenti finirebbero a Infront. Già, ma il dubbio è che, con questa scelta, Juve, Napoli e Inter riescano in qualche modo a “filtrare” le immagini a proprio vantaggio. C’è un meccanismo, però, per scongiurare questa eventualità. I service a cui si appoggiano i 3 club, infatti, sono gli stessi che, in base al territorio (spedirne uno da Milano comporterebbe un aumento dei costi), vengono utilizzati e contrattualizzati dalla Lega. Con potenzialità adeguate, in Italia, ne esistono 10-12 e sono gli stessi che, ad esempio, vengono ingaggiati per un match del “6 Nazioni” di rugby. Peraltro, a stabilire le immagini che effettivamente vengono trasmesse e quindi viste dal telespettatore è sempre il regista, che fa parte di un team completato da un aiuto e da un assistente. Ebbene, le squadre vengono spedite sui campi dall’“host” di turno, che può essere Sky, Mediaset oppure la Lega stessa. La scelta finale è competenza di quest’ultima e la distribuzione canonica prevede, per ogni turno di campionato, 6 gare con Sky come host, 3 con Mediaset e una sola con via Rosellini.