L’ex centrocampista azzurro ha rilasciato alcune dichiarazioni nelle quali si difende dall’accusa di essere il cocco di Sarri:
“Sono un giocatore normale. E non voglio nemmeno essere speciale, va benissimo essere uguale ai miei compagni. I tifosi possono dire quello che vogliono. Le critiche mi danno la forza di lavorare di più, per far cambiare l’opinione che hanno su di me. Loro pensano che io sia l’uomo di Sarri, ma voglio mostrare loro perché piaccio all’allenatore“.
Abbiamo uno stile altamente organizzato, divertente per i sostenitori. Richiede tanto possesso palla e consente di controllare e vincere le partite, ma è normale che ci voglia del tempo perché tutti lo assimilino. Anche Guardiola ha avuto problemi nel suo primo anno, dunque perché non dovrebbe averli anche Sarri?“.
Non vado a cena con lui né vado a casa sua. Il nostro è solo un rapporto molto professionale: mi spiega cosa vuole che io faccia e io cerco di metterlo in pratica sul campo. Quando sbaglio, mi urla e mi rimprovera come fa con tutti gli altri. Non sono il suo golden boy“.
Mia madre una brava calciatrice, mi ha insegnato lei a giocare in spiaggia quando ero bambino. Da allenatrice vera! Quante strigliate quando sbagliavo… Era molto allettata da Londra. Quando ha visto il mio nome sulla maglia del Chelsea, si è davvero emozionata. Lì ha realizzato davvero che avevo raggiunto un livello che lei aveva sempre sognato, come tutta la nostra famiglia”.