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Jorginho: “Scudetto? Non si vince senza soffrire. Il nostro avversario principale siamo noi”

Il centrocampista del Napoli ha parlato ai microfoni di Tv Luna in una lunga intervista con Carlo Alvino.

 

 

“Sì, è stato un ritiro diverso, abbiamo sentito il calore dei nostri tifosi ancora di più. Stiamo lavorando bene ma come sempre abbiamo da migliorare e stiamo cercando di farlo”. Entusiasmo e consapevolezza di dover lavorare, questi i concetti cardine che ha espresso Jorginho nell’intervista rilasciata a Carlo Alvino per TvLuna.

Percepite un grande entusiasmo attorno a voi?
“Sì, per noi questa è benzina. La carica che arriva dall’esterno ci da motivazione, sicuramente arriveranno momenti difficili perché la stagione è lunga ma speriamo che questo entusiasmo resti anche nei momenti difficili perché è lì che ne avremo bisogno. Vogliamo fare una grande stagione”.

Cosa fai quando senti parlare di scudetto?
“Non sono scaramantico, noi dobbiamo pensare solo a vincere le partite e la somma si farà alla fine. In ogni gara dobbiamo avere la fame di vincere, anche nelle partitelle tra di noi. Scudetto? Noi lottiamo per vincere tutte le partite, lo scudetto sarebbe una conseguenza se riuscissimo a farlo. Non oso immaginare cosa potrebbe accadere a Napoli in caso di tricolore, sappiamo che è difficile. Serve umiltà, non possiamo pensare di vincere le partite senza soffrire. Non è solo con il bel calcio che si vince le partite, ci saranno gare difficili e lì dovremmo essere bravi a vincere lo stesso”.

Che campionato sarà per Jorginho?
“Il livello personale è in secondo piano, la mia stagione sarà buona se la squadra farà una buona stagione. Perché io possa fare bene serve che tutti i miei compagni e lo staff facciano un buon lavoro. Jorginho viene in secondo piano, al primo posto c’è la squadra. Io sono comunque orgoglioso di quello che ho fatto e di quello che farò. Cerco sempre di crescere perché non mi accontento mai”.

Come ti poni nel rapporto con i social network?
“Cerco di divertirmi con i compagni e gli amici. Cerco di farlo anche per coinvolgere gli amici lontani che ho in Brasile o chi non conosce questo lato del mio carattere”. 

Che importanza ha la famiglia nel tuo lavoro?
“Credo che la testa sia molto importante per noi calciatori, è difficile scendere in campo senza serenità. Serve tranquillità per fare bene il nostro lavoro. È una delle cose di cui non riesco a fare a meno, è impossibile stare lontano. Non vederli per 30 giorni in caso di scudetto? È un pegno che pagherei subito, lo capirebbe anche mia moglie”.

Chi è il vostro avversario principale?
“Noi stessi, dobbiamo cercare di migliorarci rispetto allo scorso anno. Dobbiamo provare a fare sempre meglio, se riusciamo ad andare oltre i nostri limiti possiamo fare grandi cose”.

Come si fa a convincere Sarri a tenere Diawara in panchina e Jorginho in campo?
“Bisogna chiederlo a lui (ride, ndr). La verità è che tutti vogliono giocare, ma in un gruppo tutti devono dare il suo contributo. Io vorrei sempre giocare, ma quando gioca Amadou io spero sempre che possa dare una mano per portare la squadra alla vittoria”.  

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