Jorginho, ex centrocampista del Napoli ora al Chelsea, ha parlato in conferenza stampa dal ritiro della Nazionale italiana.
L’Europeo è vinto ma il difficile comincia adesso perché bisogna riconfermarsi? Hai fatto tutto il possibile per vincere il Pallone d’Oro?
“Ora arriva il difficile, l’Italia non è più una sorpresa. E’ nel posto in cui merita di essere e tutti coloro che verranno a giocare contro di noi lo faranno in maniera diversa. Noi dopo quello che abbiamo fatto siamo felici, ma dobbiamo sempre rimanere umili. Appena abbassi la guardia arrivano le brutte notizie e noi non vogliamo, cercheremo di rimanere umili. Sul Pallone d’Oro lascio parlare voi, cerco di vivere il momento. Manca ancora qualche mese per quella decisione e io penso al presente, voglio godermi questo momento con chi ho attorno. Vedremo cosa succederà…”
Quale delle ultime tre vittorie ti è rimasta più dentro?
“Per me ogni vittoria è speciale, parlare solo di un successo non è giusto. Ogni vittoria mi ha dato qualcosa e ogni trofeo è davvero una gioia incredibile”.
I giocatori che sono tornati in Nazionale cambiano la tua prospettiva?
“Credo di no. Anzi, tornano qui per aggiungere. Anche se hanno caratteristiche diverse noi ci adattiamo. Non cambia nulla, rientrano solo per aggiungere, quindi è tutto un di più”.
Nel tuo ruolo sei diventato il migliore.
“Quindi non mi pento di aver fatto questo ruolo… Anzi, sinceramente non l’ho scelto io perché a 13 anni era più un trequartista mentre allora il tecnico che avevo in Brasile mi mise in quel ruolo. E da quel momento in poi ho iniziato a guardare Pirlo e Xavi: ho abbracciato ciò che mi ha detto questo allenatore e sono davvero molto felice”.
La vittoria dell’Europeo che messaggio ha lanciato agli avversari? E per te era necessario andare in Premier per competere su palcoscenici più alti?
“Per le caratteristiche che abbiamo in squadra il mister ha cambiato modo di giocare e il messaggio non è stato mandato solo all’estero ma anche agli italiani, che credo si siano divertiti a guardare le nostre partite. Poi le altre squadre ci guardano e provano a batterci, noi continueremo a lavorare come sempre fatto. Non dico che fosse necessario andare via dall’Italia per crescere ma ha aggiunto nella mia crescita. Credo alla fine sia stata una cosa positiva”.
Come ha vissuto il ritorno in Inghilterra?
“L’ho vissuto benissimo, loro lo hanno vissuto meno bene (ride, ndr)… Mi hanno accolto bene e menomale che abbiamo vinto, così non hanno potuto prendermi in giro loro. Poi però non c’è stato troppo tempo, col Chelsea avevamo subito un’altra finale ma mi sono goduto questo piccolo periodo”.
E’ un errore continuare a puntare sugli stranieri nei club italiani?
“E’ difficile parlare di questo, sinceramente. Come posso giudicare io la scelta dei club? Non sai cosa sta succedendo all’interno, non saprei che dirti…”
Vedi in Italia un tuo erede come regista di centrocampo?
“Ci devo pensare… (ride, ndr). Magari Tonali? Ora i bimbi stanno crescendo giocando più a due in mezzo al campo e non c’è più l’insegnamento di una volta. Imparare poi da grande fai più fatica”.
Che distanza può oggi esserci tra Italia e Brasile?
“Lasciamogli dire che siamo tanto indietro, che magari è stata fortuna la vittoria dell’Europeo. Ora è difficile rimanere all’ombra per quanto fatto ma dobbiamo restare umili. Abbiamo mostrato un grande calcio e per continuare a fare quel lavoro dobbiamo andare avanti con fame e umiltà”.
Vedi una Nazionale nel mondo che ha un gruppo di centrocampisti di altissimo livello come la nostra? Chi è che non ha creduto in te nel corso della tua carriera?
“Credo ci siano tante nazionali con tantissimi giocatori di alto livello come la nostra. Però per come la vedo io la differenza è l’unione che abbiamo noi, il gruppo che abbiamo noi. Ha fatto la differenza e continuerà a farlo. Come Nazionali, credo ci siano altre squadre di alto livello come la nostra, però noi siamo un gruppo unito, ognuno cerca di aiutare l’altro, e non sono sicuro ci siano altri gruppi come il nostro. Passando alla seconda domanda, non ho nomi specifici da fare, ma in tanti da giovane non mi hanno voluto e mi hanno criticato. I sassolini ci saranno sempre e poi anche loro mi hanno motivato, aiutato, perché non ho mai abbassato la testa e perciò quando ho visto il recente premio UEFA ho ringraziato anche loro”.
Quali sono le preoccupazioni vostre come gruppo in vista della sfida con la Bulgaria? Pelè dopo l’ultimo tuo premio ha detto che è un tuo fan.
“Dobbiamo stare attenti alla Bulgaria, anche loro hanno delle armi e non dobbiamo farci sorprendere. E’ una Nazionale con potenza, in contropiede può farci male e dobbiamo fare attenzione. Su Pelè, sono rimasto un po’ sorpreso sinceramente, la prima reazione è stata wow… Tutto quello che mi sta succedendo è un po’ surreale per me, mi ha fatto davvero molto piacere”.
Qual è il tuo prossimo obiettivo? Chiuderai la carriera al Chelsea?
“Il mio prossimo obiettivo è battere la Bulgaria. Non bisogna guardare lontano ma la prossima partita, l’obiettivo è battere la Bulgaria, poi la Svizzera e la Lituania. Una cosa alla volta e alla fine si fanno i conti. Sul contratto dico che non ho avuto alcuna offerta e adesso non ci penso nemmeno, sinceramente. Però a 29 anni mi parlate già di finire la carriera ma io voglio giocare fino a 40… (ride, ndr). Se mi fanno un contratto di dieci anni allora si…”
Ci sono somiglianze tra Tuchel e Mancini?
“Sinceramente sì, ci chiedono cose abbastanza simili e forse per questo mi trovo molto bene con tutti e due”.
Sarri sorpresa della Serie A?
“Per me non è una sorpresa, sono molto felice per lui. Ha vinto 6-1 l’ultima gara di campionato e credo che Immobile si divertirà molto quest’anno”.