Il calcio ai tempi del coronavirus: ne parliamo con il nostro direttore Italia Mele.
Con ingiustificato ritardo anche le istituzioni calcistiche hanno percepito la gravità del momento legata alla pandemia da coronavirus. Rinviati finalmente Europei e Copa America ora si spera di finire le competizioni per club entro il 30 giugno: ma con i format attuali non si rischia di fare una nuova programmazione troppo condizionata dalla imponderabilità del grave momento sanitario mondiale?
“Tutti gli scenari immaginati sono ovviamente ipotesi che dovranno avere l’avallo della situazione che si svilupperà. Ovviamente gli organi del calcio hanno il dovere di immaginare tutte le possibilità per essere preparati a tutto. Programmare anche quando non hai certezze è un obbligo anche se poi la natura avrà la parola definitiva”.
Se fosse necessario modificare i format attuali della Serie A i play-off e i play-out sarebbero la soluzione giusta dal punto di vista sportivo e, soprattutto, quante squadre dovrebbero essere coinvolte per non scontentare gli abbonati allo stadio o alle paty-tv delle eventuali squadre escluse che potrebbero poi inoltrare richieste di rimborso?
“Per onore di giustizia e sana competitività sportiva sarebbe giusto non cambiare le regole in corso ma in situazioni eccezionali soluzioni eccezionali. La speranza è di chiudere la stagione in modo naturale pur se con date compresse. Se non sarà possibile si potranno anche determinare i piazzamenti con play off e play out che avrebbero sicuramente un impatto emotivo importante. Per coinvolgere tutti si dovrebbe ampliare il numero almeno a 6 squadre. Personalmente riterrei che la soluzione più giusta sarebbe guardare la matematica.
Chi può matematicamente ancora puntare allo Scudetto, alla Champions, all’Europa League, alla salvezza, dovrebbe essere coinvolto in mini tornei che determinerebbero i piazzamenti”.
Gli esperti temono una grave ripercussione finanziaria ed economica per gran parte dei club calcistici legata alla pandemia da coronavirus: potrebbe essere l’occasione giusta per ridimensionare gli eccessivi costi legati a ingaggi e cartellini?
“Bella domanda. Le conseguenze economiche di questa pandemia si conosceranno solo dopo che l’emergenza sanitaria sarà passata. Ci vorrà tempo per quantificare i danni, per ora sono solo proiezioni. Il mercato globale unisce in modo indissolubile ogni paese di questo mondo. È proprio il caso di dire che uno starnuto in Cina determina una consulenza in Italia e così via. Allo stato attuale non si conoscono i tempi di diffusione e stabilizzazione di ogni paese. Certo l’esperienza italiana dovrebbe abbreviare i tempi decisionali da altre parti e quindi accorciare anche la durata dell’epidemia ma non sembra esserci unità di comportamenti. Detto ciò probabilmente questi drammatici avvenimenti potrebbero servire a calmierare un mercato che era gonfiato all’inverosimile e pronto ad esplodere, se ripeto se non si giocherà sporco. Vedremo”.