Il trentasettenne fischietto nato a Firenze, ma della sezione arbitrale di Pistoia, ha “sfidato” la Juventus a suon di cartellini gialli. Massimiliano Irrati in questa stagione è sembrato determinato a conquistarsi la nomina di arbitro internazionale. Prima ha acceso i riflettori sulla sua professionalità sospendendo per alcuni minuti Lazio-Napoli in seguito ai buh razzisti contro Koulibaly. Ha poi continuato dimostrando di non aver paura neanche della notorietà e del carisma di Higuain, espellendolo senza tentennamenti in Udinese-Napoli.
Irrati però ha forse pensato che aveva fatto ancora poco. Serviva una chiusura in bellezza. Quale occasione migliore della partita Juventus-Carpi per mettere in mostra il proprio “Cuor di leone” che non si lascia intimidire neanche dalla potenza politica e mediatica della Juventus?
Approfittando così che la dirigenza bianconera era ormai distratta a festeggiare il quinto scudetto consecutivo, durante Juventus-Carpi ha ammonito Rugani, Bonucci, oltre i diffidati Mandzukic, Pogba, Hernanes e Lichtsteiner.
Per Agnelli e Marotta è stato uno choc vedere la Juventus subire sei ammonizioni nella stessa partita, che costringeranno Allegri a fare a meno di ben quattro titolari nel prossimo “delicato” turno di campionato contro il Verona al Bentegodi. Ma poi il lor buon cuore li ha spinti a comprendere Irrati. L’arbitro toscano avrà voluto probabilmente zittire chi lo ha accusato di favorire la Juventus per non aver ammonito il diffidato Bonucci per un’entrata da rosso i Bologna-Juventus e, in qualità di addizionale di porta, per non aver fatto ammonire per la seconda volta (e quindi espellere) il bianconero Alex Sandro nel derby di Torino.
Ancora una volta ha avuto ragione il direttore generale della Juventus Marotta, che tutto sommato durante una stagione i favori e i torti arbitrali si compensano.
Purtroppo le mortificanti prese in giro che si autoregala il calcio italiano, non si compensano mai.