In occasione del 23esimo anniversario della strage di Capaci, il Presidente della Repubblica entra con fermezza nel dibattito sull’ennesimo scandalo che ha colpito il calcio italiano.
Il 23 Maggio del 1992 perdeva la vita a Capaci, Giovanni Falcone. Era la stagione in cui la Mafia, laddove non arrivava con la corruzione, ricorreva alla viltà del tritolo.
In questi 23 anni, numerose storie di corruzione hanno umiliato e offeso il nostro Paese. Coinvolgendo anche il calcio. Col filone d’inchiesta di Cremona che volge al termine, in questi giorni sono in pieno svolgimento le indagini della Procura di Catanzaro.
Oggi il Capo dello Stato Sergio Mattarella non ha usato mezzi termini nell’aula bunker di Palermo: “Questa è una metastasi che va estirpata con severità e rapidità”. Il Presidente ha poi aggiunto: “Non possiamo tollerare che la bellezza dello sport, la crescita dei giovani e un divertimento degli italiani vengano così stravolti e sporcati. Le istituzioni dello sport non devono commettere alcun errore di sottovalutazione“.
Sempre nella giornata odierna, Maurizio Zamparini ha chiarito una sua infelice dichiarazione all’Università del capoluogo siciliano: “Penso che la Mafia sia stata un’invenzione per dare uno stipendio a quelli dell’Antimafia. Perché io in Sicilia non ho mai trovato un impedimento, le cose si possono fare anche qui”.
Il patron del Palermo ha precisato: “Uno studente mi aveva chiesto se nella mia attività imprenditoriale avessi mai avuto problemi dovuti alla Mafia. Ho risposto di no e ho aggiunto una frase scherzosa che dissi a Pietro Grasso. La mafia, infatti, si mimetizza e, per chi la combatte in prima linea come Grasso, esiste eccome”.
Articolo di Fabio Cotone