“Nemo propheta in Patria”. Nessuno è profeta in Patria o almeno è difficile esserlo. Soprattutto a Napoli, città avara di applausi e generosa di critiche verso i suoi tanti ‘figli’ calciatori.
E Napoli di figli calciatori ne ha avuti tanti che nominarli tutti è impossibile.
Da semplici meteore (come Floro Flores, Stendardo, Ametrano, Vitale, Baiano, Caccia), a calciatori apprezzati (come Musella, Ciccio Esposito, Abbondanza detto ‘Il sivorino’, Iezzo, Improta l’elegante ‘Baronetto di Posillipo’, Peppe Massa, Pasquale Casale che ha debuttato con la maglia del Napoli in Serie A a soli 17 anni, Montefusco e Rivellino che hanno anche allenato il Napoli) fino ai Campioni d’Italia (come Taglialatela, Di Fusco, Caffarelli, Celestini, Ciccio Romano e Ciro Muro).
C’è chi invece, per un motivo o per un altro, chi è riuscito a scrivere il proprio nome nella storia del Napoli.
Antonio Juliano: da calciatore il ‘napoletano’ con più presenze di tutti con la maglia del Napoli; da abile dirigente bravo a portare Maradona a Napoli con l’aiuto di Dino Celentano.
Ciro Ferrara: due volte campione d’Italia e goleador decisivo nella finale di Coppa Uefa vinta nel 1989.
Giovanni Venditto: autore del gol più veloce della storia del Napoli segnato dopo appena 20 secondi dal fischio d’inizio di Napoli-Fiorentina dell’11 gennaio 1942.
Fabio Cannavaro: con il Napoli non ha vinto nulla però ha onorato la città vincendo con l’Italia il mondiale in Germania nel 2006 e, nello stesso anno, anche il Pallone d’Oro.
Antonio Carannante: il più giovane calciatore a debuttare in Serie A con la maglia del Napoli a soli 16 anni, 8 mesi e 26 giorni in Napoli-Torino del 21 marzo 1982.
Ma quella tra i napoletani e il Napoli è una storia con cinquanta sfumature di azzurro, fatta di amori desiderati, sperati ma mai sbocciati come successo con Totò Di Natale, Immobile e Montella, oppure di addii dolorosi con tanto di “Lacrime napulitane” di chi l’azzurro del Napoli lo avrebbe voluto indossare a vita ma, come Paolo Cannavaro e Quagliarella, ‘costretti’ a difendere con professionalità i colori di altre maglie.
Lorenzo Insigne invece il suo sogno è riuscito a realizzarlo. Lui è il calciatore nato nella provincia di Napoli ad aver segnato più gol di tutti con la maglia del Napoli. Lui da napoletano sarà la bandiera e il simbolo della maglia della sua città, di quella maglia che ha amato fin da bambino. Lui un giorno sarà il capitano del Napoli appena un napoletano di adozione, Marek Hamsik, deciderà di ‘abdicare’.
Proprio Hamsik è un altro simbolo di questa maglia. Lui guida il gruppetto con Canè, Vinicio, Sallustro e Pesaola di chi, venuto da lontano, ha deciso di sposare la città di Napoli scegliendola come Madre Patria anche per l’amore che ha trasmesso loro quella maglia che si ama o si snobba.
Ma c’è anche chi la sogna avendo ora in Lorenzo Insigne, la dimostrazione che anche a Napoli uno scugnizzo può diventare un Re.
© Riproduzione riservata. Ne è consentito un uso parziale previa citazione corretta della fonte.