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Insigne assediato. La sua colpa? Essere un napoletano senza maglietta a strisce

La storia del calcio italiano insegna. Il Napoli in alto e fortemente competitivo non ha quasi mai goduto di enormi simpatie. Per questo Lorenzo Insigne è diventato il bersaglio preferito di alcuni giornalisti ed opinionisti. Una campagna contro Insigne iniziata con la  decisione di Conte (il moralista in attesa di processo per una questione di calcioscomesse e già condannato in precedenza a una squalifica di dieci mesi poi ridotti a quattro per lo stesso motivo) di non convocare l’esterno azzurro in nazionale.  La punizione è scattata in conseguenza del fatto che Lorenzo, su consiglio dello staff medico della nazionale che allena Conte, lasciò il ritiro per curarsi meglio una botta ricevuta al ginocchio. Conte sarebbe stato più apprezzato se avesse chiesto agli arbitri di tutelare i già pochissimi talenti del calcio nostrano. Invece non lo ha fatto. Eppure quando allenava la Juventus si è spesso lamentato delle partite della nazionale che mettevano a rischio l’incolumità dei suoi calciatori.  

Tanti Giornalisti e opinionisti, forse meglio definirli semplicemente ex calciatori e basta come Massimo Mauro, non aspettavano altro. Calabrese con forti legami con la dirigenza juventina, Massimo Mauro da sempre ha dato l’impressione (magari sbagliata) di avere il dente avvelenato con il Napoli, sua ex squadra. Ieri non ha perso l’occasione per (ri)attaccare Insigne con la classica filosofia del “ciacca e medica”, dopo un normale gesto di stizza in campo del napoletano (come tante volte lo ha avuto lo stesso Mauro quando giocava) [LEGGI QUI]. Una cosa giusta l’ha detta “chiudere gli occhi e tapparsi le orecchie”, così si eviterebbe di vedere talune facce e sentire certi commenti mai obiettivi.

Ma il giornalista, opinionista o forse meglio definirlo semplicemente ex calciatore, è in buona compagnia. C’è chi ha accusato Insigne di aver provocato i cori razzisti dei veronesi per la sua esultanza dopo il gol. Forse i calciatori con le maglie a strisce possono esultare baciandosi la maglia e portandosi il dito al naso per zitttire i tifosi avversari. Quelli con le maglie a un fondo no, non possono farlo altrimenti passano per provocatori. D’altronde l’opinione pubblica era troppo impegnata a cercare qualcosa di colore azzurro da poter condannare e non ha potuto accorgersi che quei cori contro Insigne, contro i napoletani, sono iniziati molto prima del gol di Lorenzo, circa 30 anni prima e forse più. Sempre autorizzati da mancate condanne da parte degli addetti all’informazione (farlo forse avrebbe messo a rischio la loro carriera) e da chi avrebbe dovuto prendere provvedimenti in ambito sportivo. Se si fosse provveduto ad adottare condanne concrete, probabilmente, a San Siro ieri non si sarebbero cantati cori contro i napoletani in una partita dove il Napoli non era impegnato. Forse nella Milano nerazzurra, sarà scattata una sorta di solidarietà con la civil Verona, provocata da quell’esultanza di Insigne. 

Per chiudere il cerchio è arrivato un altro professore del bon-ton, fermo osservatore della versione veneta del galateo. Insigne uno scostumato. Così lo ha definito dalle colonne di un giornale veronese locale, che non vale la pena neanche nominare. Anche lui ha ragione, perchè Insigne è stato davvero uno scostumato. Come si permette una sola persona vestita d’azzurro, imporre il silenzio a così tante personcine per bene che cantavano cori offensivi e razzisti, augurando la morte per opera del Vesuvio? No Lorenzo non si fa o, almeno, prima di farlo indossa prima una maglia a strisce. 

Purtroppo una curiosità è  impossibile che possa essere soddisfatta: quali sarebbero stati gli atteggiamenti dei vari Conte, Massimo Mauro e opinionisti (?) e giornalisti (?) vari,  se Lorenzo Insigne, il napoletano, avesse avuto una triste maglia a strisce? 

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