Stamattina l’ex centrocampista del Napoli Gokhan Inler è stato ospite a “Il Sogno Nel Cuore”, la trasmissione sportiva condotta da Luca Cerchione, Diego Maradona Junior e Floriana Messina su Radio Crc Targato Italia dal lunedì al venerdì dalle 13 alle 14.
“Ho visto che Gattuso in ritiro ha lavorato sia sul 4-3-3 sia sul 4-2-3-1 – ha detto Inler a Radio Crc – io sinceramente preferisco il centrocampo a 3. Giocando in Italia ho imparato tanti sistemi di gioco, come il 3-5-1-1 sviluppato a Udine. A Napoli in mediana ho giocato sia a due sia a tre. Nel modulo con due centrocampisti si fa più fatica se gli esterni non rientrano. Col centrocampo a 3 devi avere giocatori con cuore, che lavorano e che corrono. Solo così i tre attaccanti possono avere più libertà di movimento. A tre sei più forte in mediana, ma bisogna comunque coprire bene le fasce”.
“Hanno perso un grande guerriero come Allan, ogni tanto lo sento. Gli altri sono diversi. Serve tempo, secondo me, per fare il salto di qualità. Il Napoli non può stare sempre con gli stessi giocatori per 10 anni. Ci deve essere il giusto mix tra stranieri e italiani che conoscono bene la piazza di Napoli. Qui devi lottare in ogni partita”. “Gattuso sta facendo molto bene – ha proseguito Inler a Radio Crc – tirerà fuori il massimo. Tutti mi hanno parlato benissimo di Gattuso, ci mette grinta. Ho visto che partecipa anche al torello ed entra duro. Si sente ancora un giocatore”.
“Al Başakşehir avevamo sette centrocampisti centrali, nonostante in mediana giocassimo a due. Altri cinque andavano in panchina. O cambi il sistema di gioco oppure adegui la rosa dal punto di vista numerico al modulo che scegli. Bisogna essere sempre all’altezza della situazione”.
“E’ dura giocare senza tifosi, bisogna essere forti mentalmente. I tifosi sono molto importanti. Senza il loro sostegno, viene fuori la vera qualità di una squadra. Spesso i tifosi ti spingono alla vittoria anche quando giochi male. Adesso che non ci sono, tutte le gare sono al 50 per cento. Chi le prepara meglio, vince. Ho sempre giocato in piazze calde, come Napoli, Leicester e Besiktas. Per giocare in questi posti devi avere gli attributi, soprattutto quando le cose non vanno bene. Mi ricordo il San Paolo durante le partite di Champions. Quando sentivo l’urlo ‘The Champioooons’ mi caricavo al massimo. Era davvero devastante. Sarò sempre un tifoso del Napoli, per i napoletani ci sarò sempre”.