Il presidente della FIFA Gianni Infantino è intervenuto del corso di Radio Anch’io lo Sport di Radio Rai.
“Stadio Olimpico Paolo Rossi andrebbe benissimo: nessuno come lui ha avuto un impatto così positivo su tutta una generazione di italiani.
Mondiali ogni due anni? Vorrei chiarire una cosa. Non è una proposta Infantino, né della FIFA: è stata richiesto alla FIFA da parte del Congresso della FIFA, di 166 Paesi nel mondo, di fare uno studio di fattibilità. I presupposti devono essere chiari: l’88 per cento, tra cui anche i Paesi europei, ha votato per fare uno studio di fattibilità. Abbiamo fatto uno studio serio, che dimostra che a livello sportivo funziona o funzionerebbe. Quando fu deciso che il mondiale dovesse giocarsi ogni quattro anni c’erano quaranta Paesi al mondo che giocavano a calcio, oggi sono più di duecento. L’impatto economico anche sarebbe positivo, per tutti. E’ un progetto a protezione dei campionati nazionali, perché ci sarebbero meno soste per le varie partite delle nazionali mantenendo il numero di partite. E anche per i calciatori stessi: ci sarebbe una pausa dopo il mondiale, a luglio, di almeno tre settimane, per poter recuperare, cosa che oggi non esiste.
Gli studi dimostrano che in Europa c’è contrarietà: in Italia, così come in Inghilterra o Spagna, c’è il mondiale ogni settimana grazie al campionato. Nel resto del mondo no. Ci prenderemo il tempo che serve per discutere, per vedere se si può spezzettare di meno il campionato nazionale. L’importante è rispettare le opinioni di tutti, che non sia soltanto un gruppo ristretto di persone a discutere il futuro del calcio.
Europei? Potrebbero anche questi avere luogo ogni due anni.
Rigori? Vediamo, è vero che i rigori sono una lotteria ma sono anche fonte di emozione incredibile.
Tecnologia? Dobbiamo riuscire a trasmettere l’emozione del calcio ai ragazzi. Oggi il nemico non è il mondiale ogni due anni, ma sono tutte le attività che i giovani hanno al di fuori del calcio. Dobbiamo trasmettergli l’emozione del calcio: per questo dobbiamo essere innovativi con le regole, senza distruggere il calcio. Anche nel caso del VAR serve buon senso: deve essere l’arbitro a decidere, perché deve rimanere questo aspetto umano ed emotivo.
Tempo effettivo di gioco? Penso che vada studiata. Io sono tradizionale ma moderno nello studio e nel non avere tabù. Oggi uno dei problemi migliori del nostro calcio è che, appena c’è un piccolo fallo, soprattutto se la sua squadra vince, il calciatore va a terra e non si muove più come se fosse stato fulminato. Cosa che per la cronaca nel calcio femminile non esiste. Si può ridurre pensando al tempo effettivo: non è possibile che le partite durino 48-49 minuti. Qualsiasi cosa possa aiutare il calcio ben venga, per esempio anche la regola del fuorigioco per dare qualche vantaggio agli attaccanti. È una cosa che stiamo studiando”.