In un’intervista a Repubblica online, parla Emilio Capopreso, autista del taxi bruciato negli scontri di ieri.
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Come si sente?
“Sto bene. Mi sono salvato, fortunatamente. Ero da solo in auto. Che spavento”
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Chi le ha lanciato quel petardo?
“Non lo so. In zona c’era tanta gente che andava allo stadio. Ho visto solo il sedile posteriore che prendeva fuoco. Sono uscito di scatto dal veicolo. Stavo tornando a casa, il mio turno terminava alle 23. Volevo rientrare prima per la partita”
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Come è entrato il petardo?
“Era aperto il finestrino di dietro, dal lato passeggero. Mi sono accordo solo della tappezzeria che si è incendiata. Le fiamme hanno iniziato subito a divampare. La macchina ha preso fuoco in cinque minuti. Sono arrivati i vigili del fuoco ma l’auto era carbonizzata”.
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Chi l’ha soccorsa?
“C’erano le forze dell’ordine in zona, mi hanno detto “l’importante è che non vi siete fatto niente”. Domani vado a fare denuncia contro ignoti”
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Le era mai capitato un episodio simile?
“È la prima volta, faccio il tassista dal 2002, ho ereditato la licenza di mio padre. Dagli anni Novanta mi alternavo con lui alla guida”
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Cosa le resta di questa brutta serata?
“La sensazione ancora addosso che potevo morire. Sì, sarei morto se non fossi uscito dalla macchina in tempo”
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