Il Napoli batte l’avversario di sempre e regala una serata magica ai suoi tifosi; Jannik Sinner vince per il secondo anno consecutivo gli Australian Open a valle di un torneo impeccabile
A calcio si gioca in 11, il tennis è uno sport individuale, eppure tra le due imprese, ragionando c’è più di una affinità, quali? La mentalità e la resistenza fisica.
La mentalità:
Antonio Conte, allenatore e leader della formazione azzurra, è riuscito nell’intento, giorno dopo giorno, in questa stagione a trasmettere al gruppo un approccio vincente. Tanto lavoro, sacrificio, concentrazione, capacità di ribaltare il match anche se si va in svantaggio (vedi Atalanta-Napoli e Napoli-Juventus). Tanta pazienza, e una bella dose di cinismo: il tecnico salentino è stato in grado (dopo l’ultima annata disastrosa) di trasformare la squadra azzurra in una famiglia dove si ragiona con il noi e non certo con l’io. Conte (bianconero di ‘nascita sportiva’) ha ultimamente ribadito uno dei principi più importanti per la città: tra i suoi obiettivi c’è quello di riuscire a far sì che il club azzurro non venga più visto come una squadra di passaggio; costruire qualcosa di ambizioso che dia lustro a Napoli e ai napoletani, che renda orgogliosi i tifosi.
Jannik Sinner: un misto di umiltà, impegno, talento strepitoso. Un ragazzo di 23 anni che step by step ha costruito la sua carriera e i suoi successi. Anche per lui il team è la famiglia, il nucleo da cui trarre forza e determinazione; il punto di riferimento che restituisce equilibrio e che favorisce il suo miglioramento quotidiano così visibile e così importante. Occhi di ghiaccio, determinazione, postura di dritta, così da non cedere alla pressione, nonostante migliaia di oggi puntati addosso. Eppure, un cuore c’è, e lo dimostra Jannik quando alla fine del match che determina la conquista del primo Grande Slam del 2025, consola il ventisettenne Sascha Zverev, in lacrime dopo la sconfitta.
La resistenza fisica:
Il Napoli di Conte, sotto di un gol dopo il primo tempo (Napoli-Juventus), scende in campo nella ripresa più forte che mai. Lì dove gli avversari calano (Juve, come l’Atalanta), il Napoli domina, cresce, stringe i denti, combatte, perché vuole quella vittoria e vuole regalarla ai tifosi che dimostrano in ogni secondo il loro amore, sia in casa che fuori, finanche all’aeroporto come la scorsa settimana dopo la vittoria a Bergamo. Il lavoro settimanale, iniziato con il ritiro di Dimaro a luglio, paga certamente.
Idem per Sinner: partita al meglio dei 5 set? E che problema c’è! Il predestinato della Val Pusteria va ad oltranza come se niente fosse. Merito delle gambe, della preparazione fisica, certo, ma soprattutto della testa.