“Nella partita con la Fiorentina i due attaccanti esterni sono stati più dentro al campo anche per motivazioni difensive”.
Maurizio Sarri computa le differenze. Napoli che soffre contro la Fiorentina nel primo tempo e che sfonda le linee avversarie nel secondo, brillanti nel fantastico primo tempo in Danimarca, in grande sofferenza nel secondo. Sarri utilizza esterni fisarmonica, diversi dalla tipologia di esterni che utilizzava Benitez nello scorso anno.
I sacrificio in fase di copertura avviene, praticamente, abbassando gli esterni e tenendoli stretti. Quando la squadra si chiude gli esterni si accentrano stringendo il campo e non più semplicemente abbassandosi sulla linea arretrata del centrocampo. E’ un’arma a doppio taglio che garantisce più copertura ma che non consente di ripartire efficacemente in contropiede sugli esterni.
“Sono delle giocate che vengono fuori automaticamente quando gioca Gabbiadini così come succede con Insigne quando gioca a sinistra. In allenamento ricerchiamo molto questa soluzione di avere gli attaccanti più stretti e a volte ci viene anche in partita. Nel quarto d’ora finale a Carpi abbiamo messo un attaccante in più. Fortunatamente non ne abbiamo avuto più bisogno ma è una situazione che sicuramente si potrà verificare”.
In pratica uno tra Insigne e Gabbiadini favorisce questa soluzione grazie alla classe che notoriamente appartiene a questi due calciatori. Trovare gli spazzi ove non sembrano essercene favorisce chiaramente la fase offensiva.
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