La “donzelletta” leopardiana veniva giù dalla campagna per godere del giorno che precedeva quello festivo, il sabato.
Il sabato del tifoso del Napoli è invece composto da ben 144 ore, tutte quelle che separano una domenica sportiva dall’altra. L’attesa della gara successiva inizia nel preciso momento in cui finisce quella precedente. La domenica (ma forse sarebbe più corretto dire il fine settimana) senza Napoli per il tifoso partenopeo è come una qualsiasi pietanza senza condimento, un qualcosa di insensato, scipito. C’è chi ripiega guardando le partite della Nazionale di calcio ma ne esce sempre più disinnamorato, chi si cimenta nella rivisitazione della gara della domenica precedente o chi più semplicemente cerca di colmare il vuoto facendo tutt’altro. Una sola cosa accomuna tutti questi prototipi di tifosi, l’attesa dell’evento sportivo successivo. “Questo di sette è il più gradito pien di speme e gioia, diman tristezza e noia recheran l’ore ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno”. Quello che ci può sembrare il periodo più vuoto, più brutto, meno esilarante ed esaltante, in realtà, paradossalmente diventa il più bello. Cari tifosi, condividere il pensiero leopardiano vuol dire godere dell’attesa dell’evento più di quanto non si riesca poi a godere il giorno stesso della gara. Avete mai provato quel senso di “vuoto” terminata la gara del Napoli? Immagino di si. Evidentemente il buon Giacomo Leopardi tutti i torti non aveva….