A Napoli, nel quartiere di Soccavo, a via Cornelia dei Gracchi 27, si trova la pizzeria dei tifosi azzurri. Abbiamo raggiunto Errico Porzio, titolare della pizzeria.
Signor Porzio siete una garanzia nel quartiere. Ma è una tradizione familiare la vostra?
“Si, io ho iniziato con mio zio che apparteneva ad una famiglia di pizzaioli, i Pellone. Mio padre lavorava in sala ed io durante le feste e nei week-end mi divertivo a dare una mano. Poi quando mi sono diplomato come perito informatico ho scelto di portare avanti questa passione invece di stare seduto dietro una scrivania”.
La passione per il Napoli invece quando è nata?
“In famiglia siamo tifosi da generazioni. Inoltre la scelta di aprire la pizzeria qui a Soccavo non fu un caso, anche se sono del quartiere. Quando aprii il locale il Napoli si allenava qui vicino al Campo Paradiso e molte volte quando ero ragazzo capitava che alcuni giocatori o qualche rappresentante della società ordinava la pizza da noi”.
Una passione che, mescolata alla pizza, ha sfornato opere d’arte
“Mi è sempre piaciuto riprodurre i calciatori del Napoli su una pizza. E’ nel corso del tempo sono riuscito a coltivare questa passione grazie al fatto che alcuni di loro sono passati direttamente in pizzeria”.
L’azzurro nel proprio destino insomma
“Credo di si perchè anche se il Napoli si è trasferito a Castel Volturno io sono diventato il pizzaiolo dei tifosi.
Ho deciso che dopo ogni partita casalinga, il tifoso che è andato allo stadio oppure chi ha l’abbonamento, se viene da me con il ticket è mio ospite mentre l’altra persona paga normalmente”.
Lei come valuta la gestione del Presidente De Laurentiis?
“Questa è una domanda difficile. Se devo rispondere da imprenditore allora dico che è perfetta, perchè il bilancio ha la sua importanza.
Se parlo da tifoso ti dico che poco interessa avere i conti in ordine per cui diventa difficile dare una risposta semplice. La giusta programmazione però può portarci a ritornare a grandi livelli”.
Sul suo profilo sono presenti alcune foto che la ritraggono con la signora Leardi pochi giorni dopo quel Roma – Napoli in cui in Curva Sud apparsero quei vergognosi striscioni. Come mai ha voluto incontrarla e consegnarle una pizza in memoria di suo figlio?
“Prima di tutto voglio chiarire che la pizza per Ciro Esposito non l’ho fatta dopo il suo tragico ferimento. Non mi piace realizzarle per le persone scomparse.
Ma dopo il match contro la Roma, da padre di due figli, mi sono sentito profondamente ferito da quelle scritte. Così ho voluto fare una pizza per Ciro per un motivo in particolare”.
Sarebbe?
“Tra i simboli migliori di Napoli c’è la pizza e nell’ultimo anno anche la signora Antonella lo è diventato. Le sue parole d’amore e di perdono credo siano espressione di quella napoletanità positiva che l’hanno resa un simbolo per tutti. Per cui ho voluto unire questi due simboli positivi ed onorare la memoria di Ciro.
L’incontro con la signora Leardi è stato emozionante, mi ha stupito la forza di questa donna e ci siamo lasciati che organizzavamo qualcosa insieme per la sua associazione benefica ”.
Passando al campo, il calciatore preferito?
“Escludendo Higuain che appare scontato, a me piace molto Gabbiadini. Credo che sia un talento e che la società abbia fatto un affare a prenderlo a quelle cifre. Anche Insigne è un calciatore che mi piace molto. E’ napoletano e molto umile e ricordo che nel suo primo ritiro azzurro a Dimaro, nell’ultimo anno di Mazzarri, quando vincemmo contro il Bayern Monaco in amichevole, gli mostrai la pizza che gli avevo dedicato e lui fu molto contento”.
Lorenzo che è l’unico napoletano del gruppo.
“Purtroppo si. A me sarebbe piaciuto molto vedere anche Daniele Verde, che è mio cliente e tifoso del Napoli, in maglia azzurra insieme ad Insigne. Sarebbe stato un attacco stellare e tutto partenopeo”.
Ritornerete a Dimaro?
“Mi voglio organizzare per portare i miei figli che sono tifosissimi. Poi siamo in contatto con la società e magari potrebbe esserci qualche bella sorpresa per i tifosi che seguiranno gli azzurri in ritiro quest’estate”.