Editoriale

Il paradosso Napoli ha decine di gol nei piedi dei suoi attaccanti ma non segna.

Il paradosso Napoli ha decine di gol nei piedi dei suoi attaccanti ma non segna.
Mazzarri: “Che confusione, sarà perché ti amo”.

Una cosa non si può negare ed è l’impegno che Mazzarri ci sta mettendo, con amore e per amore del Napoli.

Anche un’altra cosa non si può negare ed è il fallimento dei risultati.

La confusione agita la testa e inceppa i piedi dei calciatori.

L’ alternanza di sistemi di gioco, rappresenta un upgrade in squadre consolidate e sicure di sé ma in un contesto critico come quello del Napoli genera solo confusione,  perché mina le poche certezze.

Il problema principale,  resta l’inutile atteggiamento conservativo adottato a Milano,  alla luce dei risultati del turno che ti costringevano a vincere.

Invece era stata preparata per contenere, salvo, poi, cambiare idea in corso d’opera.

C’è poco da gestire, bisogna(va) solo vincere e per farlo devi segnare e per segnare non basta andarci vicino, la devi buttare dentro.

Ci vorrebbero  cattiveria e determinazione, occupazione dell’area di rigore e pressione costante.

Il Napoli non segna in trasferta da Novembre, questa è storia.

Ha una difficoltà tremenda nella costruzione, perché non c’è un’idea di gioco certa, provata e riprovata.

Il vero agente patogeno che ha fatto ammalare il Napoli è stato la mancata esercitazione sui principi di consolidati.

Garcia li voleva cambiare e Mazzarri non li ha potuti fare per mancanza di uomini e perché non gli appartengono, per quanto gli piacciano.

Ora i calciatori sono tornati e vanno usati bene.

È paradossale  come ci possa essere tanta stitichezza realizzativa con un parco attaccanti cosi ricco e potenzialmente pericoloso che non ha nessuno in Serie A:

Kvaraskelia Simeone, Raspadori, Politano, Ngonge, Lindstrom, Traorè.

E ora torna Osimhen.

Vanno usati e bene, perché per vincere le partite bisogna fare un gol in più degli avversari.

Questo è il calcio.

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