Il Napoli era una squadra d’amore oggi è una squadra di libertà.
Popoli d’amore e popoli di libertà.
I napoletani, come ha, mirabilmente, raccontato Luciano De Crescenzo, appartengono alla categoria dell’amore e la squadra del Napoli è stata, spesso, e, soprattutto, nell’ultimo ciclo, una squadra d’amore.
Molto unita, di pensiero, bella, spesso molto bella, incline a l’autocompiacimento, emotiva, ricca di pathos.
Appesantita dai rimpianti e consapevole che, per la grande bellezza che aveva elargito, avrebbe meritato di più, anziché essere maltrattata da eventi opachi.
Quella attuale, invece, potrebbe essere caratterizzata come squadra di libertà.
Non ci sono grossi condizionamenti, perché è nuova, è, anche, discretamente, pragmatica, non ha rimpianti e neppure delusioni.
I ragazzi di Spalletti sono affamati e curiosi, vogliono solo giocare a pallone e fanno calcio.
Hanno voglia di arrivare, ognuno insegue il proprio sogno, con la consapevolezza che, per realizzarlo, serve la collaborazione di tutti.
Forse, nei momenti difficili si avvertirà la mancanza degli uomini d’amore ma oggi vivono il presente, proiettati al futuro, senza il peso di un passato, splendido ma ingombrante.
Amore e libertà, potrebbero non essere contrapposti ma creare un unico sentimento sfaccettato, capace di regalare vibranti emozioni.
Anche questa è la magia del calcio.