La gara persa sabato sera con il Genoa ha fatto riaffiorare i vecchi problemi dell’impostazione dal basso utilizzata dal Napoli. Ma questa è davvero l’unica soluzione di gioco? O, al contrario, è un vero problema?
E’ sicuramente un fattore che incide, e non poco, sulle partite giocate dal Napoli. Ma per capire se la costruzione dal basso rappresenti un vero problema bisogna fare un’analisi approfondita.
Quella dell’uscita dal basso con l’impostazione fatta dai difensori sembra essere una delle poche strade realmente percorribili in questa fase della stagione. E’ difficile solo immaginare un ritorno al 4-2-3-1 super offensivo caratterizzato da un gioco verticale fatto ad hoc per attaccanti che facevano della verticalità e delle profondità il loro punto di forza, vedi l’Osimhen di inizio stagione.
Un sistema di gioco basato sull’impostazione dal basso comporta anche il pressing da parte dell’avversario. Il primo errore del Napoli sta portarsi da solo il pressing avversario nella propria metà campo. E’ accaduto proprio sabato, come vedremo, in occasione del primo gol del Genoa. Ma è anche accaduto in occasione del gol di Lasagna ad Udine.
Il secondo errore è quello di dare spesso poche soluzioni al portatore di palla. Gli avversari del Napoli, come è evidenziato nella foto, marcano uomo vs uomo il vertice basso azzurro che dunque non può essere servito. Nonostante non sia pressato, Maksimovic ha solo due soluzioni: Mario Rui, probabilmente la più semplice, e Manolas. Avrebbe potuto servire Zielinksi che però è troppo lontano.
I calciatori e gli allenamenti – Se l’idea dell’impostazione dal basso in sé resta un’ottima soluzione, è possibile che al momento non sia fattibile probabilmente perché i calciatori che ci sono in rosa non sono funzionali a questo tipo di gioco. E qualora li si voglia rendere tali, c’è l’impossibilità di fare degli allenamenti specifici a causa del fitto calendario che sta caratterizzando questa stagione.