Non giriamoci intorno, quando il Napoli incontra una squadra che sa fare gol, il Napoli prende gol.
La porta di Meret è stata violata 10 volte nelle 4 partite giocate contro Lazio, Fiorentina, Real e Milan.
In totale gli azzurri, da inizio stagione hanno incassato 16 gol in 13 partite ufficiali.
Questo è un problema indiscutibile.
Poi l’essere umano, ha una grande capacità di adattamento e condizionamento.
Si può anche essere soddisfatti di una partita che andava vinta ad ogni costo e che, invece,
viene pareggiata, in rimonta, dopo un primo tempo da profondo rosso, grazie a due prodezze di Politano e Raspadori che potranno ripetersi perché la squadra trabocca di qualità.
È una questione di prospettiva, il pareggio, di fatto, aumenta di due punti il distacco dei campioni d’Italia dalla vetta della classifica ma mantiene a galla l’allenatore.
Sui condizionamenti, ci si può anche far convincere che questa squadra non possa aspirare a nulla di più di una qualificazione in Champions, anche senza capirne i motivi.
Al di là di questo, ci sono altri dati certi come quello della mancanza di continuità.
La squadra di Garcia non è, solo, discontinua nel torneo ma, anche, nelle singole partite.
Un atteggiamento bipolare che avrà cause tecnico-tattiche, perché, se così non fosse, più che del supporto del Predidente, avrebbe bisogno di quello di uno psicanalista.
Le cause, per così dire, di campo sono le più verosimili e necessitano di una soluzione rapida.
Garcia, nella sua ermetica comunicazione, si è mostrato felice, addirittura entusiasta per il pareggio e, pur apprezzando l’ottimismo che in sé è una grande qualità, questo è un po’ inquietante.
Il mister continua a prediligere i futuri ma il padre tempo ama il presente che resta nebuloso.
Il Napoli, contro il Milan è passato dall’inferno al purgatorio ma per ora il paradiso può attendere.