Editoriale – Il Napoli conquista la Coppa Italia perché è stata la squadra più forte del torneo.
Eliminare Lazio e Inter, surclassare la Juventus prima sul campo( clamorose palle gol) e poi definitivamente ai rigori.
Essere negli anni l’unica seria rivale della Juventus.
Aver mantenuto alto il livello di lavoro e di concentrazione durante la quarantena.
“Il percorso che ci ha portati qui è iniziato in quarantena” come ha spiegato molto bene Mertens alla fine del match.
Sono i presupposti che hanno portato la squadra a vincere il trofeo.
Poi c’è la partita, l’ultima, di quelle che non serve giocarle ma serve vincerle. Il Napoli l’ha interpretata benissimo facendo fare alla Juventus esattamente quello che voleva facesse.
Era giusto che finisse con il trionfo azzurro, perché nel calcio il caso conta ma conta anche tutto il resto.
Gattuso sugli altari onore e merito. Sarri nella polvere, sconfitto e inerme.
Ora il futuro immediato da affrontare a muso duro e con la schiena diritta, finire la stagione e programmare la prossima. Il primo acquisto, il più importante è stato fatto, si chiama Consapevolezza.
Consapevolezza che appena arrivata a Napoli, colpita positivamente dall’ambiente ha chiamato due compagni Successo e Coraggio consigliandogli di raggiungerla al più presto e promettendogli che insieme ci sarebbe stato da divertirsi.
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