Nell’edizione odierna, ‘Il Mattino’ fa sapere che il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis è accusato di false fatturazioni per l’acquisto di Emanuele Calaiò nel 2013.
“Una requisitoria di cinque ore, al termine della quale i pm Danilo De Simone e Stefano Capuano hanno chiesto una condanna a un anno di reclusione per il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis e il presidente del club bergamasco Antonio Percassi, al termine del processo sulle presunte operazioni inesistenti legate alla compravendita di alcuni giocatori. Settima sezione penale, presidente Ciampaglia, chiaro il ragionamento della Procura. Ipotesi battuta è di «utilizzo di false fatturazioni», in relazione alla triangolazione che si veniva a creare tra la società che intendeva acquistare un calciatore; il calciatore stesso e il suo procuratore.
Fino al giorno prima della firma del contratto, il procuratore risultava manager del calciatore, ma al momento della stipula assumeva le vesti di consulente del club che acquistava il cartellino e le prestazioni dell’atleta. Un cambio di casacca di poche ore, che consentiva al calciatore di abbattere i costi di stipendio per il proprio procuratore, facendo ricadere il netto dell’operazione sulle casse del club sportivo (per una operazione ritenuta fittizia). E non è un caso che gli inquirenti hanno deciso di chiedere l’assoluzione per i presidenti che non risultavano aver firmato formalmente le operazioni finite al vaglio dei magistrati («potevano non conoscere il senso dell’operazione»), con una distinzione netta rispetto a chi aveva delegato queste operazioni ad altri collaboratori. Ma nelle linee generali, la Procura ha fatto comunque una premessa: in questo scenario, le società vanno ritenute vittime di un sistema distorto, organizzato a tavolino.
Per quanto riguarda De Laurentiis, i magistrati dovranno esprimersi in merito alla correttezza delle operazioni di acquisto del calciatore Emanuele Calaiò (che era stato ceduto dal Siena). Sotto i riflettori i bilanci che vanno dal 2013 al 2014, mentre per le vicende degli anni precedenti è scattata per tutti la mannaia della prescrizione. Un’inchiesta che ora attende l’esito del primo grado di giudizio, al termine di un dibattimento durato più di quattro anni, per il solo verdetto di primo grado.”