Il Guardian ha ottenuto un documento della Public Health England (Phe), l’organismo esecutivo del ministero della Salute britannico che rappresenta in toto la sanità pubblica sulle previsioni sul coronavirus.
Secondo quanto riportato da Repubblica in merito a quanto scritto nel documento circa l’80% dei residenti in Regno Unito saranno contagiati per un’epidemia che durerà almeno fino a primavera 2021. Saranno 7,9 milioni di ricoverati e almeno 318mila morti previsti.
Questo perché, anche se non c’è scritto nel documento in questione, il Regno Unito e il governo di Boris Johnson non vogliono bloccare un intero Paese come ha fatto l’Italia: considerano le misure draconiane controproducenti ma soprattutto insostenibili a lungo termine: “Dopo due/tre mesi di blocco potrebbe ripresentarsi la stessa emergenza”.
Quindi, a poco a poco ma non subito, in Regno Unito si organizzeranno delle chiusure di scuole, eventi e locali pubblici “a rubinetto”, ossia alternate, in modo da gestire il flusso e il numero degli inevitabili contagi senza gravare troppo sulla sanità pubblica. Allo stesso tempo, come riportato ieri, si prevede un isolamento forzato di tutti gli over 70 in Regno Unito, fino a quattro mesi, per proteggerli dal virus.
La Phe calcola inoltre che l’epidemia durerà come minimo, almeno in Regno Unito, fino alla primavera 2021, con un rallentamento nei mesi estivi a causa di meno tempo passato dai cittadini in luoghi chiusi e più tempo libero dagli uffici. Ma in autunno e inverno il picco potrebbe tornare prepotentemente. Ecco perché, secondo la linea di Downing Street, è fondamentale avere una sorta di “immunità di gregge” allora. Anche se questo termine dal governo britannico, dopo le polemiche degli ultimi giorni, non si sentirà più.
Fonte Repubblica.