Stagione 1979-80 la Serie A viene sconvolta dallo scandalo del “Totonero” che ha portato alla luce una serie di partite truccate da calciatori e dirigenti. Tra i club di Serie A coinvolti e condannati Milan, Lazio, Avellino, Perugia e Bologna.
Anche diversi calciatori sono stati coinvolti e condannati, tra questi alcuni anche di primo piano quali ad esempio Pino Wilson, Albertosi, Savoldi, Cordova, Manfredonia, Bruno Giordano, Oscar Damiani e Franco Colomba.
Uno scandalo che rischiava di affossare il calcio italiano e per rilanciarlo è stata presa una decisione storica: dopo quattordici anni vengono riaperte le frontiere e ogni club nell’estate del 1980 ha potuto tesserare un calciatore non italiano.
La riapertura delle frontiere, con la novità dei cinque calciatori in panchina e la possibilità di fare due cambi, ha ridato nuova linfa al calcio italiano.
Come sempre, e ancora oggi, dall’estero arrivano sia tanti campioni ma anche tanti calciatori di un livello non certo superiore a quello di tanti giovani calciatori italiani.
In particolare questi i calciatori stranieri arrivati nei sedici club di Serie A:
- Ascoli: nessuno;
- Avellino: Juary (ala sinistra – Brasile);
- Bologna: Eneas (centravanti – Brasile);
- Brescia: nessuno;
- Cagliari: nessuno;
- Catanzaro: nessuno;
- Como: nessuno;
- Fiorentina: Bertoni (ala destra – Argentina);
- Inter: Prohaska (centrocampista – Austria);
- Juventus: Brady (trequartista – Repubblica d’Irlanda);
- NAPOLI: RUDY KROL (DIFENSORE CENTRALE – OLANDA);
- Perugia: nessuno;
- Pistoiese: Luis Silvio (attaccante – Brasile);
- Roma: Falcao (centrocampista – Brasile);
- Torino: Van de Korput (difensore – Olanda);
- Udinese: Neumann (centrocampista – Germania).
Negli anni successivi il numero di stranieri è poi salito prima a due, poi a tre e dopo la sentenza Bosman al numero illimitato di calciatori stranieri del calcio moderno.