Il calcio italiano è ad un bivio. Sapete chi sollevò per primo la questione? Maurizio Sarri ai tempi in cui era allenatore del Napoli.
Era necessario rendere più competitiva la Serie A.
Perché,a forza di ingozzarsi,
anche il ricco mangione muore con gli affamati.
Chissà cosa pensa oggi,
riflettendo dalla sponda juventina.
Sono passati anni ma la situazione non è cambiata
Il campionato italiano
ha perso fascino e acquirenti.
Nessuno compra uno show già visto e rivisto, senza colpi di scena e con un finale spoilerato.
Il calcio è spettacolo senza pathos non diverte nessuno.
A parte il Napoli, che ha provato a riscrivere un finale diverso, e sappiamo come è andata,
in questi anni nessuno è riuscito a rendere più divertente e imprevedibile il campionato.
Differenze economiche enormi, palesi errori arbitrali,
il conto della serva fatto dalle piccole che spesso sono già condannate a metà stagione e, soprattutto, mancanza di progettualità e visione.
Così si è lentamente svuotato e appiattito il calcio nostrano.
Il Presidente De Laurentiis sta provando a liberarlo dai lacciuoli che lo soffocano attraverso una serie di proposte.
Innanzi tutto la vendita più proficua e meno monopolizzata dei diritti TV, poi il cambio del format con l’inserimento di Play off e Play out.
È evidente che un esperimento del genere in una stagione che sarà inevitabilmente compressa come la prossima, dovrebbe essere auspicato da tutti ma, si sa, per troppi, è dura aprirsi al nuovo.
Ogni cambiamento corrisponde ad una perdita di potere acquisito grande o piccolo che sia.
Ma la storia non può più aspettare, neanche quella pallonara, per il bene di tutti è arrivato il tempo di cambiare e guardare oltre il proprio orticello.
Piaccia o no.