A casa del Profeta del gol
Un viaggio iconico iniziato a Napoli, in compagnia di mio figlio Fabrizio e la carissima amica Italia Mele, con tappa a Francoforte fino ad Amsterdam.
L’impatto con la Johan Cruijff Arena è un colpo al cuore, la storia del calcio e le emozioni si susseguono in rapida successione, essere qui per un appassionato è come il primo giorno di luna di miele.
La struttura è moderna inserita in un’area commerciale con alberghi, ristoranti, cinema e lo Ziggo Dome dedicato
ai concerti. L’accoglienza degli olandesi è cordiale e manifestano sempre una grande passione per l’Italia, in
particolare per Napoli, meta turistica amata e sognata dagli Orange.
Il cuore accelera i battiti, il silenzio fa più rumore del caos. Sono entrato nel tempio, gli stadi vuoti hanno un fascino, se possibile, ancora superiore a quando vibrano al suono delle voci eccitate dei tifosi.
La rapida visita fatta al terreno di gioco grazie alla cortesia di due stewardess (ne sottolineo il genere femminile
per un dovuto tributo a loro) nonostante l’impianto fosse già chiuso, riempie gli occhi e l’anima e prepara il
terreno all’esplosione delle passioni che ci saranno con il sold-out di questa sera.
Uscire dallo stadio significa incontrarsi con Lui, il Profeta Johan, un calciatore che con l’Ajax e la nazionale
olandese ha cambiato la storia del calcio moderno. Johan ti guarda e sembra benedirti con quella mano che accompagna il pallone attaccato al piede.
La statua, regalata dai tifosi dell’Ajax nel 2020, sembra essere in bronzo e la luce dei faretti la illumina, senza oscurarne l’anima, ma esaltandola.
A questo punto però è necessaria una riflessione. Osservando la statua e rivivendo le suggestioni che trasmette, la
mente corre al D10S. Di sue statue ce ne sono ben due.
La prima, non si sa per quale motivo posizionata all’interno dello Stadio Maradona, è visibile soltanto agli addetti ai lavori. Sicuramente ha un impatto emotivo importante sui calciatori al loro ingresso in campo, ma privarne della visione tutto il pubblico è una scelta quanto meno discutibile.
Ne esiste anche un’altra, di statua che ha vissuto il suo momento di gloria, all’esterno dell’impianto lato distinti un
anno fa. Poi è stata misteriosamente accantonata in attesa di non ben chiare autorizzazioni che non sono mai
pervenute.
È un grande rammarico! Arrivare ad Amsterdam, precipitarsi nel luogo sacro per rendere giustamente omaggio a Johan Cruijff e non potere avere la stessa opportunità a casa nostra.
Un autolesionismo incomprensibile ma, anche, una prepotenza istituzionale che impedisce ai tifosi di tutto il
mondo la possibilità di fare quello che io, con estrema naturalezza, ho fatto qui ad Amsterdam nei confronti del
mitico #14: omaggiare il Dio del Calcio.
Qualcuno dovrà dare delle risposte e, soprattutto, darle in tempi rapidi. La
storia siamo noi e stasera ci sarà il primo appuntamento d’amore a casa di Johan. Diego ricambierà fra una
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