Nell’edizione odierna di Repubblica si parla di un nuovo sistema di bagarinaggio che è stato messo in atto per la vendita dei biglietti delle partite del Napoli.
La Guardia di Finanza ha completamente smascherato l’organizzazione presente dietro questo nuovo sistema di bagarinaggio che coinvolgeva anche due ricevitorie, una di Giugliano e l’altra della zona Occidentale di Napoli, e tre steward di cui uno rappresentava il vero anello di congiunzione fra i bagarini e lo stadio.
Come illustrato da Repubblica ecco come funzionava il sistema: i bagarini rastrellavano biglietti intestati a nomi falsi attraverso i complici nelle ricevitorie (ma nelle intercettazioni si fa riferimento anche a tagliandi provenienti dagli stock riservati alle scuole) e poi li vendevano sui social oppure a clienti “privati”, ai quali venivano promesse le maglie di gioco di alcuni dei campioni più amati come Osimhen e Kvaratskhelia, oppure sui social. Il nome originario veniva sostituito con quello dell’acquirente. Il cambio delle generalità però comportava un rischio, perché rende invalido il ticket: la sera del 2 aprile, ad esempio, quando si gioca Napoli-Milan di campionato, uno dei bagarini viene contattato da una “cliente” che si lamenta: «Non li hanno fatti entrare, hanno detto che i biglietti non sono buoni, non c’erano i loro nomi». L’indagato non si scompone: «Avrete i soldi indietro: se c’è un verbale ve lo pago io. Ma se mi avessero chiamato avrei risolto tutto all’istante e sarebbero andati a vedere la partita». Agli acquirenti veniva spesso indicato il varco d’accesso al quale presentarsi e sui biglietti veniva apposto un segno, così da mettere lo steward corrotto in grado di riconoscere il “cliente”.