Notizie

Icona di un calcio pulito. Tanti auguri a Zeman

Il 12 maggio del 1947 a Praga nasceva Zdeněk Zeman. Uno degli allenatori più controversi del calcio italiano, laureato all’ISEF di Palermo con una tesi sulla medicina dello sport, con il massimo dei voti.
Il suo 4-3-3, offensivo e spettacolare fin dal reparto difensivo diventerà un marchio di fabbrica.
Corsa, sacrificio e passione, sono queste le parole chiave del boemo che sembrano non trovare più posto nel calcio moderno.
“Voi dite che stiamo facendo lavoro duro, ma per me sono sciocchezze. Per me sono solo lunghe passeggiate nei boschi. Ma per me la preparazione è essenziale: è la base su cui costruire la stagione. Siamo qua in ritiro per lavorare, per prepararci per la stagione, è normale che si fatica. Se fossimo andati in un villaggio Valtur sarebbe stato diverso.
Alcuni giocatori si lamentano che faccio correre troppo? A Pescara vivo sul lungomare, e ogni mattina vedo un sacco di persone che corrono. E non li paga nessuno loro”.

Il campionato italiano lo conosce a Foggia.

Una squadra che il tecnico plasma a proprio piacimento, con un gioco spiccatamente offensivo spumeggiante, che conquista il cuore dei tifosi pugliesi.
Vince il campionato di Serie B nella stagione 90/91 con il miglior attacco del campionato composto da Baiano, Signori e Rambaudi.
Poi Lazio, Roma ed anche il Napoli che si avviava sull’orlo del fallimento.
Nessun trofeo conquistato eppure: “Ho vinto poco in carriera? La vittoria non è la cosa più importante, un tecnico deve migliorare i calciatori a propria disposizione. Mi interessa molto la loro salute, credo che ancora oggi nel calcio si faccia uso di sostanze dopanti e ci sono calciatori che sono morti per vincere solamente una partita in più. Chi è responsabile di questo non ha certo aiutato il calcio a crescere”.

Il 20 maggio 2012 riporta il Pescara in Serie A dopo diciannove anni, lanciando giovani talenti come Immobile (capocannoniere del campionato), Insigne e Verratti
Una carriera spesa contro l’uso dei medicinali nello sport, contro i poteri forti della triade bianconera e il calcioscommesse.
“Se l’essenza del calcio è il doping o il comprare gli arbitri allora io sono molto lontano da questo”.

Tanti auguri mister “Sdengo” , uomo di sport e di un calcio che, forse, non esiste più.
“Io senza calcio non sto bene. Fosse per me arriverei a morire in tuta, a novant’anni, all’aria aperta, a insegnare pallone a qualche ragazzo che avesse ancora voglia di starmi a sentire”.

Comments

comments

Ultimi Articoli

To Top