L’attaccante del Milan Zlatan Ibrahimovic, avversario del Napoli domani al San Paolo, ha rilasciato un’intervista che è possibile leggere in versione integrale su SportWeek oggi in edicola e della quale vi proponiamo un breve estratto.
“Io cattivo e antipatico? Voi giornalisti mi dipingete così.Io non sono cattivo, chi mi conosce lo sa. Quando gioco, sì: sono un leone. Ma quella è passione, non è cattiveria.
Sono al Milan solo per passione, sto giocando gratis.
Tanti dicono che conta solo la partita. Ma come ti alleni poi giochi in partita. E dai miei compagni voglio il 200
per cento, sempre. Come da me stesso. Poi puoi giocare male o bene, ma quando entro in campo devo sentire che ho accanto uno che dà il massimo.
Mi piace soffrire in allenamento. Quando soffro sto meglio. Adesso ho 38 anni, ma quando iniziamo a correre a Milanello non devo fare meno degli altri. Devo fare uguale e di più. Perché ho questa cosa in testa, devo essere meglio degli altri in tutto quello che faccio. Sono cresciuto così.
Sono venuto in Italia per finire la carriera con un grande club perché mi hanno detto che in America era troppo facile… Va bene, sono tornato e… hanno fermato tutto .Allora c’è qualcosa che non vuole che smetto, ho pensato.
Quando smetto? Vediamo come sto tra due mesi e cosa succede con il club.
Io voglio giocare per vincere qualcosa e sentire intorno a me che posso vincere. Io non faccio la mascotte.
Ho ancora tanta adrenalina, emozione e passione per quello che faccio. E voglio fare la differenza. Se la
situazione è questa, è difficile vedermi al Milan il prossimo anno.
Ibra non è da Europa League, il Milan non è un club da Europa League. Il Milan gioca per andare in Champions e
per vincere lo scudetto.
Giocare senza pubblico? Il pubblico fa il 50% della partita: ti carica, ti fischia (che mi piace), ti emoziona”.