Zlatan Ibrahimovic, attaccante svedese del Milan, non sembra aver voglia di smettere. Le sue parole al Corriere dello Sport.
“Il gol è una mia responsabilità. Un dettaglio. Un dettaglio che ti fa vincere le partite. Non una mia esclusiva. Anche quando servo un compagno che segna sento di aver fatto bene il mio mestiere.
Oggi mi sento un leader. Io guido, la squadra mi segue. Dieci anni fa era un altro Milan. Ma anche il Milan che ho trovato nel 2020 era diverso. Sempre una squadra molto giovane. Abbiamo lavorato, ci siamo sacrificati. Ecco i risultati. Non è solo merito mio.
Le Playstation regalate? In realtà avevo chiesto: chi la vuole a un certo prezzo? A quelli che si sono messi in lista l’ho regalata, agli altri ho detto: eh no, troppo tardi. Così ho capito con chi avevo a che fare. Adesso mi danno tutti retta però.
Il mio futuro? Finché sto bene vado avanti. Ora la mia sfida è far maturare una squadra giovane, situazione diversa da quella a cui ero abituato. Riuscirci mi dà una gioia addirittura superiore a quella di una vittoria.
Il Covid? Quando mi hanno annunciato la positività non sapevo davvero che cosa aspettarmi. Leggevo e ascoltavo tutto senza capire. Ero chiuso in casa a parlare con i muri, con il tempo che passava lentissimo, aspettando di avvertire i sintomi. Sono arrivati: un giorno mal di testa, un altro dolori alla schiena. Dopo un po’ ho perso il senso del gusto. Febbre mai. Dopo sedici giorni mi hanno detto che mi ero negativizzato. Ho provato ad allenarmi in casa e mi affaticavo subito”.