Più farciti di intrecci e personaggi non potevano essere gli esordi di Napoli e Milan, casalingo per una e assoluto per l’altra.
Più farcito di intrecci e personaggi di così non poteva essere l’esordio casalingo del Napoli in Serie A e quello assoluto del Milan, dopo il rinvio della sfida con il Genoa. Subito un big match, al San Paolo, là dove Higuain è pronto a giocare la prima partita ufficiale in rossonero dopo aver esaltato i tifosi azzurri dal 2013 al 2016, per poi punirli sempre nelle vesti di ex con l’odiata maglia juventina. Non solo: la prima davanti al proprio pubblico di Ancelotti sarà contro il “suo” Milan, che sfiderà 17 anni dopo l’ultima volta e tanti trofei alzati insieme. Napoli-Milan dopodomani non sarà una partita normale: lo sa bene anche Pepe Reina che in estate ha svestito l’azzurro stringendo un patto col Diavolo.
Storie che si intrecciano e che trovano nel contestato – e con lavori in corso – San Paolo un palcoscenico intrigante. La bella vittoria all’esordio degli azzurri dopo essere andati sotto in casa della Lazio ha portato una certa tranquillità, ma di fronte c’è un Milan rinnovato e soprattutto lui, Gonzalo Higuain, l’eroe diventato bestia nera colorandosi di bianconero nelle scorse due stagioni. 91 gol in 146 presenze con la maglia del Napoli con tanto di record in una singola stagione di Serie A (36 gol in 35 partite), tutto spazzato via dal passaggio – mai perdonato – alla Juventus. Da lì la storia ha preso una piega opposta e sempre subissato da fischi e insulti di ogni tipo, il Pipita ha sempre trovato il modo di segnare da ex dedicando la personale rivincita sul campo al suo ex presidente che sabato, chissà, cercherà nuovamente in tribuna. In sei incontri giocati contro il Napoli da ex, Higuain ha trovato il gol in cinque occasioni: praticamente una certezza che i tifosi del Milan sperano possa essere confermata nonostante il cambio cromatico.
Ma Napoli-Milan non è solo Higuain, anzi. Sulla panchina azzurra c’è una figura ingombrante per i ricordi rossoneri, quel Carlo Ancelotti che per la prima volta è tornato in Italia da allenatore dopo una serie di trionfi alla guida del Milan. “Non sarà mai un avversario” lo ha celebrato la società rossonera sul proprio sito internet, ma 17 anni dopo l’ultima volta (era il 2001 e allenava la Juventus) al fischio finale gli stati d’animo saranno diversi. Uno scherzo del destino, l’ennesima emozione per Carletto che da quando è tornato non parla d’altro tra passato, presente e futuro, cercando comunque lo sgambetto al Diavolo e a Rino Gattuso, protagonista di tanti video trionfali ed esultanze virali in passato.
Infine c’è Reina, un napoletano spagnolo “costretto” ad andare via dal Napoli per via dei problemi con De Laurentiis dopo aver disputato 182 partite da protagonista dal 2013 al 2018, esclusa l’annata da triste comprimario al Bayern Monaco nel 2015. Uomo del popolo, giocatore che ha vissuto Napoli in tutti i suoi aspetti al di fuori del campo e che per questo, assicurano dalla città campana, a differenza del Pipita sarà accolto in maniera trionfale. Nella battaglia tra lo spagnolo e il presidente, la curva ha scelto il portiere. Partirà dalla panchina, ma gli applausi e un po’ di commozione – siamo certi – non mancheranno. Per tutti, a quanto pare.
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Fonte: sportmediaset