Primo Piano

Higuain da ‘Pipita’ a ‘Giudain’ una favola senza lieto fine

Il 14 maggio del 2016 Higuain con la maglia del Napoli è entrato nella storia della Serie A segnando il record di gol (36) in un campionato e stava per essere affiancato a Maradona sull’altare della venerazione sportiva dei napoletani.

Al termine di quella partita Higuain ha gioito come un bambino cantando “Un giorno all’improvviso” mentre indicava con gli indici delle due mani che sarebbe rimasto a Napoli, ribadendo l’intenzione dopo una doppietta segnata al Venezuela con la maglia dell’Argentina: “I tifosi del Napoli devono stare tranquilli”.

C’erano i presupposti per una favola a lieto fine. Invece il ‘Pipita’, al coraggio di cercare la vera gloria, ha preferito vendersi alla Juventus che il fratello Nicolas con alcuni tweet aveva accusato di vincere facile con aiuti antisportivi.

La scelta professionale di provare a vincere qualcosa di importante a quasi 30 anni, a Napoli è stata interpretata come un “tradimento”, come una “fuga di un ladro nel cuore della notte”.

Ben presto l’amore si è trasformato in ostilità, il ‘pipita’ in ‘giudain’. In pochi si sono chiesti perché mai Higuain, da argentino nato in Francia, avrebbe dovuto giurare amore eterno a Napoli, al Napoli e ai napoletani.

La settimana che ha preceduto il ritorno di Higuain al San Paolo, da avversario e con la maglia meno amata a Napoli, è trascorsa all’insegna del “Come accogliere Higuain?”.

Tante le proposte: dalle pernacchie ai fischi, dagli insulti all’indifferenza, ma di sicuro niente applausi.
Così com’è sicuro che qualunque forma di contestazione non sarà certamente di amore, ma di delusione per come si è comportato l’uomo Higuain con chi lo ha amato più di quanto potrà mai essere amato a Torino anche vincendo uno scudetto con una maglia a strisce.

Povera mamma di Higuain destinata ad essere la vera vittima di questa storia per come verrà apostrofata appena il figlio riapparirà sul prato del San Paolo.

Higuain resta un campione che ha scritto una pagina importante della storia del calcio Napoli e questo non va dimenticato. Così come lui non dovrà mai dimenticare che Napoli lo ha tolto dall’anonimato madridista trasformandolo nel centravanti più forte del mondo, grazie anche all’aiuto e ai consigli di ‘papà’ Sarri. 

Ma ora lui non fa più parte del presente e del futuro del Napoli e due strofe della canzone in lingua napoletana “Simme ‘e Napule, paisà”, sembrano scritte apposta per l’occasione:

Tarantella, facennoce ‘e cunte,
nun vale cchiù a niente
‘o ppeccomme e ‘o ppecchè”

“Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto,
chi ha dato, ha dato, ha dato,
scurdammoce ‘o passato,
simmo ‘e Napule paisà!”.

Un club e una tifoseria per essere vincenti non devono restare attaccati al passato, ma pensare al presente e al futuro.

FORZA NAPOLI !

Comments

comments

Ultimi Articoli

To Top