L’asse Argentina – Napoli si ripete. Prima Maradona, il Re indiscusso, poi Lavezzi lo scugnizzo, che nonostante sia andato via l’amore da entrambe le parti ancora è vivo, e oggi Higuain, il ragazzo umile che in punta di piedi si è guadagnato l’amore e la stima dei napoletani.
Gonzalo Higuain, il campione argentino venuto dal Real Madrid. Al suo arrivo c’era chi storceva il naso: “Il Real Madrid poteva mai cedere un campione proprio al Napoli?”, “La sua condizione non è delle migliori, faceva solo panchina a Madrid”, “Il Napoli ha preso lo scarto”. Poche partite e il Pipita rimanda al mittente tutte le risposte. Uno scarto del genere tutti, adesso, lo vorrebbero.
L’attaccante azzurro si è raccontato in una lunga intervista a PiùEnne, durante la trasmissione “In Casa Napoli”. Il Napoli, Maradona, la sua scelta: ecco la vita di Higuain.
“Con la vittoria del Napoli contro la Juve i tifosi hanno dimostrato l’amore e la fiducia verso di noi. Io sento la fiducia di tutti e questo è importante. Le lacrime per l’uscita dalla Champions? E’ difficile fare 12 punti e andare fuori, c’era molta rabbia. Andare fuori così per un gol, fa male”.
Chi ti ha convinto a venire a Napoli: Benitez o De Laurentiis?
“Subito mi ha convinto il progetto, loro mi hanno detto la verità e hanno dimostrato fiducia e affetto. Non serviva altro. Questa è la città giusta per chi gioca e chi vuole crescere e questo campionato può darmi questo”.
Quanto rimarrai?
“Il contratto è lungo, ora sono qui e sono contento. Non esco molto perché i tifosi mi dimostrano il loro amore ma è una città fantastica. E’ la città giusta per chi ama il calcio”.
Stagione positiva questa.
“Abbiamo tanti punti in campionato, siamo la seconda squadra con più gol e se vediamo le partite che mancano possiamo arrivare anche a 85 punti. Questo è il primo anno poi cambi modulo in un campionato nuovo e nonostante questo abbiamo fatto un campionato buono. Ci prepariamo per il prossimo campionato, ma questa è un ottima stagione”.
Qual’è stata la partita più emozione?
“Ogni partita che giochi col Napoli è emozionante”.
Sono arrivati tanti giocatori, rispetto agli altri campionati, siamo indietro col tasso tecnico?
“Si, molto. Qui c’è un difensore in più, in Liga no e quindi hai meno spazio. Il campionato è diverso ma mi piace. Qui è un’esperienza nuova ma ovviamente nel calcio non si può mai sapere cosa accade, ma io sto bene qui”.
Sembrava che quando arrivasti dovevamo aspettare tanto perché tu ti ambientassi e invece eri già pronto.
“Il tifoso è sempre importante ma l’allenatore subito mi ha dato fiducia. Leader? Conta la squadra. Sono convinto che possiamo fare bene ancora a lungo”.
Perché ogni tanto ti innervosisci? Eppure fai assist e gol.
“Penso che tutti si innervosiscono quando vogliono fare bene, devo controllarmi ma sono così. Poi i portieri hanno la fortuna di fare grandi parate e ti fanno impazzire quando non riesci a segnare. Callejon non ha potuto dimostrare a Madrid il suo valore e qui lo sta facendo. E’ un grande giocatore”.
Il giorno della presentazione, lo ricordi?
“Certo, lo stadio pieno in un’amichevole e vedere uno stadio felice per il mio arrivo nella squadra fa sempre piacere. Il presidente mi ha convinto subito, non è stato insistente. Con chi ho parlato mi ha detto che era la squadra giusta per vincere. Sono venuto anche perché conoscevo Benitez e come gioca, lui ha sempre vinto”.
Se il Napoli giocasse oggi non andrebbe fuori dalla Champions, siete cresciuti.
“Abbiamo iniziato forte, poi ci sono stati degli infortuni ma ora ci siamo ripresi. Con l’Arsenal avevamo dei giocatori infortunati oggi invece stanno tutti bene”.
I 17 punti tra voi e la Juventus nella prossima stagione possono essere colmati? Come deve essere rafforzato il Napoli?
“Abbiamo perso tanti punti con squadre meno forti però è il primo anno e questi errori servono a non ripeterli l’anno prossimo. Il Napoli è forte, siamo dispiaciuti che con una squadra forte abbiamo la giusta mentalità e con le piccole no”.
Maradona ha detto che l’Argentina andrà in finale, se così fosse tu torneresti quando il campionato sarà iniziato. La tua assenza può essere pesante. Puoi ridurti le vacanze?
(Ride). “Abbiamo bisogno di una vacanza. Tutti ne hanno bisogno per tornare bene”.
Cosa serve davvero alla squadra per essere davvero forte?
“Più voglia, intensità e atteggiamento nel vincere la partita. I punti si fanno sia con le grandi che con le piccole. Con la grande puoi sbagliare, con la piccola no”.
Meglio il Mondiale o capocannoniere?
“Importante certo è il campionato, sono a primo anno e posso migliorare. Tevez capocannoniere? Io andrò al mondiale, lui no” (ride).
Come fai a conciliare la vita da ragazzo normale con quella da giocatore famoso?
“E’ difficile ma ciò che faccio è quello che amo. Sono una persona tranquilla, certo non posso fare quello che fanno i ragazzi della mia età ma non mi importa. Qui è difficile uscire di casa perché i tifosi dimostrano tanto il loro amore. Qualche volta vuoi uscire tranquillo ma non puoi. Però mi fa piacere ricevere questa loro dimostrazione”.
Lavezzi ha giocato a Napoli. Com’è il rapporto con lui?
“Ho parlato con Lavezzi, Camapagnaro e Sosa e mi hanno parlato solo bene di Napoli. Poi Lavezzi e Campagnaro hanno vinto la Coppa, non immaginiamo se vincessimo lo scudetto”.
Il 3 Maggio ci sarà la finale di Coppa Italia.
“Devi vincere tante partite per arrivarci, è un trofeo importante. Fino agli ottavi per tutti è solo una Coppa poi quando si arriva in finale diventa importante. Per noi lo è stato fin dall’inizio”.
Hai parlato con Maradona?
“No, non ho parlato ma lo ringrazio perché a 22 anni mi ha portato al mondiale nonostante avessi giocato solo due partite nelle qualificazioni”.
Maradona su Higuain.
“Lui ha fatto tante cose gli voglio bene e gli auguro che tutto quello che non ha fatto a Madrid lo faccia col Napoli, così tutti capiscano chi è Higuain”.
Se dovessi fare uno spot per far si che venisse qualche campione, cosa consiglieresti?
“Quello che hanno consigliato a me: questa è una città giusta per chi ama il calcio. Quando siamo usciti col Porto e con l’Arsenal ci hanno applaudito. E’ una città affascinate per il calcio e dimostrano tanto amore. Poi c’è Benitez che pensa solo a fare bene. E’ vero che quando arrivi il primo giorno sei un po’ spaesato ma poi dopo è difficile andare via, sono simili all’Argentina”
Cosa sapevi della storia del Napoli?
“Il Napoli è conosciuto in Argentina per Maradona. Sapevamo tanto, la passione dei tifosi, il casino che fanno quando si vince. Napoli è conosciuta. Mi hanno convinto far vincere qualcosa. Sono venuto per un campionato diverso, per crescere e la città è fantastica”.
Nel Real Madrid la tua scelta come è stata vissuta? Che reazioni ci sono state?
“Sono stato sette anni a Madrid e volevo davvero cambiare, avevo bisogno di più fiducia. Posso solo ringraziare il Real Madrid, mi ha portato lì giovane e mi ha fatto crescere. Sono venuto per portare il Napoli più in alto possibile. Mi hanno accostato, prima del Napoli, a tante squadre come la Juventus ma io ho ho voluto solo questa squadra”.
Dici spesso che De Laurentiis ti ha detto la verità. Ci puoi dire qual è questa verità del presidente?
“Mi spiace ma è una parola che tengo per me. Lui mi ha dimostrato fortemente che mi voleva e ha speso una cifra davvero alta per me, non mi va di tradire chi crede in me”.
Chi era il tuo idolo?
“Ho imparato tanto a Madrid, ho giocato con Raul, un grande attaccante. Anche Batistuta ha fatto tanti gol in Italia. Da piccolo era mio padre, che ha giocato a calcio. Grazie a lui sono così, nelle figurine cercavo sempre lui”.
Domenica c’è il Parma.
“Speriamo di vincere. Noi vogliamo vincere tutte le partite e i tifosi devono capire che non ci sono solo 22 giocatori ma tutta la squadra. Noi scendiamo in campo sempre per vincere”.
L’Italia al mondiale, come la vedi?
“E’ il secondo paese al mondo che ha più mondiali. E dà sempre preoccupazioni agli altri, riesce ad arrivare ai quarti di finale. Insigne può andare al mondiale e a Napoli è un piacere vedere napoletani al mondiale”.
Parla ancora poco italiano.
“Sono da soli 8 mesi qui e posso dire che me la cavo. Però Insigne mi sta insegnando il napoletano, so dire solo “sto pariando“. L’italiano somiglia allo spagnolo quindi è un po’ più facile. A tavola con Albiol e Callejon proviamo a parlare italiano. Il Napoli è una famiglia”.
Perché dicono che sei in sovrappeso?
“Non lo so. Non mangio nemmeno una pizza in pizzeria perché non posso uscire spesso. Cantare? No, grazie. Sono un calciatore non un cantante” (ride).