Nell’edizione odierna del Corriere dello Sport ha rilasciato una lunga intervista l’ex calciatore del Napoli Marek Hamsik.
Hamsik sarà in panchina, ma da collaboratore di Francesco Calzona, il ct italiano della Slovacchia.
«Non so cosa farò, deciderà il mister».
«Sono qua per imparare e sono curioso di farlo, senza avere fretta. Ho già il mio bel tesserino da allenatore, la Licenza A, quella che mi consente di allenare l’Under 19. Ho la mia Academy, con 400 bambini, ai quali spero di poter offrire qualcosa del mio vissuto. Ma per dare devo ancora ricevere, dunque ascolto e memorizzo».
Ha ancora casa a Castel Volturno.
«Sono italiano dentro, perché la mia vita si è sviluppata per venti anni in una terra in cui mi hanno voluto bene e tanto. Vengo spesso a Napoli, ci sono stato tre giorni in questa estate, e ci tornerò – magari a Natale – per almeno due settimane. Ho amici, interessi, sentimenti».
La partita d’addio non l’ha fatta.
«Mai dire mai. Ci avevano pensato al Trabzonspor, ma in estate sarebbe stata un’impresa. Può darsi la faccia al “Maradona”, ne ho parlato con De Laurentiis, capiremo rapidamente se ci sono le condizioni, perché i calendari così intasati non facilitano l’organizzazione».
Su Lobotka diede un bel consiglio a Giuntoli, quando glielo chiese.
«Mi piace vincere facile, a volte. Era semplice per me, sapevo quanto valesse Stanislav, come calciatore e come uomo. Non mi sarei mai potuto sbagliare».
Chi conquisterà lo scudetto?
«Uffff… Alla terza giornata di campionato non si può dire, si rischiano figuracce, come ha insegnato il Napoli di Spalletti. Però l’Inter è partita molto bene, viene dalla
finale di Champions, quindi ha consistenza e
proverà a strappare il titolo al Napoli. Non dimentico Milan e Juventus, i valori delle squadre si conoscono, Garcia ha uomini di spessore, un progetto che va avanti ormai da un decennio, Osi e Kvara; però anche le altre sono attrezzate».
Ha vinto meno di quello che un talento come il suo avrebbe meritato.
«È andata così ma non ho rimpianti. Mi sarebbe piaciuto riuscirci con il Napoli, per vivere l’entusiasmo di quella città che sento mia. Ma ho avuto modo di sentirmi felice egualmente, perché le Coppe Italia e la Supercoppa non si dimenticano. E anche tutte le emozioni che comunque abbiamo condiviso».
Tanti allenatori ma lei può sceglierne solo uno.
«Dico Sarri, nonostante fosse molto impegnativo, per così dire. Ci diceva tante cose, a volte mi chiedevo anche: ma perché? A cosa ci servono? Ci riempiva la testa, se posso usare una frase che può rendere bene il concetto. Aveva ragione lui, probabilmente».
Hamsik è destro o è sinistro…?
«È stato bello, Napoli. È stato bello, Italia».