Marek Hamsik, alla sua undicesima stagione con la maglia del Napoli, ha rilasciato una lunga intervista al “Corriere della Sera”.
Questi i passaggi più importanti dell’intervista che è possibile leggere in versione integrale anche sul portale web del quotidiano milanese.
Hamsik durante il ritiro in Trentino ha letto l’autobiografia di Carlo Ancelotti, che potrebbe essere suo avversario nell’Audi Cup che prende il via domani. Proprio dal libro che gli è stato regalato da Francesco Calzona che Hamsik ‘ruba’ un passaggio per parlare del suo carattere in campo:
“Il mio approccio calmo può sembrare una debolezza, invece è la mia forza. Non bisogna mica urlare per dimostrare di avere personalità. Se ho fatto le fortune del Napoli come Ancelotti ha fatto quelle di Roma e Milan? Bisogna prima vincere per dirlo. E questo può essere l’anno giusto. Da tempo giochiamo bene, tutti ci riconoscono qualità e organizzazione. Siamo un gruppo forte e stavolta, credo, possiamo farcela. Del resto, sono qui da così tanto tempo che non posso nascondermi: l’ambizione sarebbe quella di regalare lo scudetto a questi tifosi meravigliosi che mi hanno adottato”.
Sulla prudenza di Sarri in ottica scudetto.
“Questione di ruoli. Lui fa bene a tenere tutti con i piedi per terra, sa che ci sono tante insidie ed è giusto che non alzi troppo le aspettative. Anche noi sappiamo che l’impresa non sarà semplice, ma sarebbe ipocrita negare che vogliamo vincere. C’è questa possibilità e dobbiamo sfruttarla. Abbiamo anche il vantaggio ceh la Juventus ha perso Bonucci, un giocatore di grande personalità. Vogliamo approfittarne. Ha rinforzato il Milan? Vedremo in che modo ma resta la Juventus la squadra da battere”.
Chi dopo la Juve?
“Sono tutte competitive. D’istinto dico l’Inter, ha preso Spalletti che è un grande allenatore e ha fatto bene ovunque. Mi aspetto molto. Bisogna vedere quanto tempo poi impiegherà la nuova Roma di Di Francesco”.
Hamsik pensa che sia stato giusto il ritiro dal calcio di Totti, calciatore che considera un campione vero che ha dimostrato amore per la maglia della Roma unica indossata in carriera.
“Io bandiera del Napoli? Beh, è la mia seconda casa. Sono orgoglioso di questa piazza, di essere un idolo per i tifosi. A Napoli sono sempre stato bene, perché andare via? Mi sono sempre sentito importante per questa squadra e ho scelto di continuare a esserlo. Alla fine chi è andato via poi si è sempre pentito. Qualche titubanza l’ho avuta per il Milan, ma ero anche più giovane. Alla Juve non ho mai realmente pensato. Nessuno perdona se passi con la rivale storica. Certe scelte andrebbero rispettate, ma capisco l’amore dei tifosi e non gli avrei fatto questo torto”.
Ha confessato che Raiola ha provato a convincerlo ad andare al Milan, ma poi quando gli ha fatto capire che non avrebbe mai lasciato il suo procuratore storico (Venglos, n.d.r.), Raiola lo ha poi lasciato tranquillo.
Su De Laurentiis.
“De Laurentiis non è una persona facile, ma chi lo è? Gli riconosco capacità imprenditoriali, ha idee e vorrebbe fare sempre tante cose. È una persona di cuore e mi ha sempre accontentato”.
Hamsik ha poi identificato in Higuain, Cavani e Lavezzi i calciatori più forti con i quali abbia giocato in passato nel Napoli, mentre nella squadra di oggi è Lorenzo Insigne: “È cresciuto, ha imparato anche a difendere. Dovrà continuare così”.
Hamsik ringrazia Nedeved per aver dichiarato di identificarsi molto nel capitano del Napoli (“Dovrei vincere un Pallone d’oro e se ne potrebbe riparlare. Sono ancora in tempo) e confessa di fare un uso moderato dei social impedendo anche alla moglie di fare commenti sul suo lavoro.
Lo slovacco poi svela un retroscena sulla sua cresta:
“Finché giocherò a calcio, avrò sempre i capelli così, sono un portafortuna”.